sabato 31 marzo 2012

Archeologia: scavi subacquei in Indonesia




Fonte: http://multimedia.lastampa.it


Un cannone, sul cui metallo azzurro è ancora visibile il logo della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Vasellame di varia natura. Un'ancora. Questi e molti altri manufatti sono stati trovati nel mare indonesiano, sede di un antico quanto misterioso naufragio. La zona è nota da molto tempo come uno dei principali "cimiteri marini" del mondo, con una media di cinquecento antichi naufragi.

Archeologia: Grecia, antica necropoli scoperta a Salonicco

archeologia_scavoFonte: ANSAmed

ATENE - Parte di un'antica necropoli risalente al periodo ellenistico e romano è stata scoperta a Salonicco durante gli scavi per la costruzione di una nuova stazione della metropolitana. Un totale di 75 tombe, 45 delle quali sono già state esaminate, è stato rinvenuto in un'area di 500 metri quadrati presso il sito della stazione metrò di Dimokratia. La maggior parte delle tombe hanno forma cubica, una è circolare e le altre sono decorate con tetti di tegole. Nel corso degli scavi sono tornati alla luce anche numerosi piccoli altari utilizzati per le cerimonie funebri così come offerte funerarie databili fra il secondo ed il terzo secolo dopo Cristo.

martedì 27 marzo 2012

Le navi romane del lago di Nemi

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Alla scoperta dei tesori sommersi: in viaggio con i pionieri dell’archeologia sottomarina.

Pionieri dell’archeologia sottomarina: Siracusa e Marsala, dalla Sicilia al Mediterraneo



Fonte: ANSA

Una immersione nel mito e nella magia dell'archeologia alla scoperta di tesori sommersi siciliani, mercoledi' 28 marzo in anteprima, grazie a Marevivo, un anticipo della mostra documentario  “I Pionieri dell’archeologia sottomarina: Siracusa e Marsala, dalla Sicilia al Mediterraneo”.


La storia dell’archeologia sottomarina in Sicilia rappresenta una pietra miliare della ricerca grazie alle imprese pionieristiche di Pier Nicola Gargallo di Castel Lentini e Gerhard Kapitän, condotte dall’allora Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale alla guida del prof. Luigi Bernabò Brea, dalla Soprintendenza di Trapani allora retta da Vincenzo Tusa con le indagini di Honor Frost a Marsala.


Sono questi i personaggi che per primi affrontano le indagini archeologiche subacquee in maniera sistematica e che offrono anche le prime significative interpretazioni a quesiti di topografia marittima. Nino Lamboglia, considerato il capostipite dell’archeologia subacquea italiana, al III Congresso Internazionale di Archeologia Sottomarina di Barcellona, si compiace nel ricordare che “la Sicilia ha avuto un brusco risveglio e che il Marchese Pier Nicola Gargallo, con l’appoggio del subacqueo tedesco Gerrard Kapitän, si è dedicato ad esplorare con buoni risultati specialmente la costa orientale della Sicilia, incoraggiato dalla Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale”.

lunedì 26 marzo 2012

Necropoli etrusche di Montalto, scoperti altri tesori archeologici.


Fonte: CivitaNews


Montalto di Castro continua a svelare i suoi tesori archeologici. Stamattina, nella necropoli etrusca vulcente in località dei Due Pini, all’interno della zona industriale a ridosso del paese, è stata aperta un’altra delle oltre quaranta sepolture scoperte in quell’area e tuttora sotto la lente d’ingrandimento degli studiosi. I lavori, diretti dalla Soprintendenza ai Beni archeologici dell’Etruria meridionale e svolti dai tecnici della Mastarna Srl con la collaborazione della cooperativa Archeologia di Firenze e della Scuola di restauro dell’Accademia di Belle arti di Viterbo, hanno permesso di svelare il mistero di una tomba a camera risalente alla seconda metà del VII secolo a.C.. Rimossa la pesante porta – un blocco monolitico di ignimbrite – adesso tocca agli archeologici analizzare tutti i reperti che verranno trovati nell’importante sepoltura. Ad assistere ai lavori era presente lo stesso sindaco di Montalto, Salvatore Carai.

L’archeologia ai tempi del web 2.0: scoperti 14.000 siti archeologici con le foto satellitari

Fonte: International Business Times ItaliaScoperti 14.000 antichi insediamenti umani

di Graziano Patanè

L'archeologia è una disciplina complicata ma oggi con l'aiuto di internet e delle foto satellitari, è stato quasi un gioco scoprire 14.000 antichi insediamenti umani. Basta un PC, una connessione ed esperienza.


I moderni archeologi o gli appassionati possono esaminare i territori direttamente da casa guardando un semplice monitor. Con una connessione ad internet e l'ausilio di Google Earth chiunque può avere accesso alle foto satellitari, ed esaminando i resti in pietra, diventa molto più veloce l'individuazione di possibili luoghi in cui fare una spedizione. Direttamente dall'MIT e dall'università di Harvard arriva un nuovo software in grado di aiutare chi di antico se ne intende.

Museo archeologico di Parma: sezione preistoria.

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Baghdad: il museo ricostruito

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Herculaneum Conservation Project. Ercolano: un patrimonio da preservare e valorizzare

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=oHAQBa8Wj-s[/youtube]



Fonte: http://www.herculaneum.org






L' Herculaneum Conservation Project è stato fondato da David W. Packard, Presidente del Packard Humanities Institute, fondazione filantropica, con lo scopo di sostenere lo Stato Italiano, attraverso la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, nella sua azione di salvaguardia di questo fragile sito archeologico, dal valore inestimabile.

Ercolano fu sepolta dalla stessa eruzione vulcanica che seppellì Pompei ed altri centri siti ai piedi del Vesuvio, nel 79 dC. L'esplorazione della città antica cominciò con Borbone nel 1738, più tardi lo scavo a cielo aperto fu condotto a più riprese fino alla fine del ventesimo secolo. Molto più piccola di Pompei, ai giorni nostri Ercolano non è altrettanto conosciuta … ma forse dovrebbe esserlo; le particolari dinamiche di seppellimento della città hanno fatto in modo che oggi il passato riviva molto più vividamente qui che non a Pompei. Mentre quest'ultima fu ricoperta da una coltre di cenere e lapilli alta meno di 10 metri, Ercolano fu sommersa da ondate fluide di materiale vulcanico, che raffreddandosi diventò roccia tufacea, e raggiunse in alcuni punti i 25 metri di spessore. Per questo motivo, a differenza della grande maggioranza dei siti archeologici nel mondo, qui molti reperti organici, incluse travi lignee e arredi, si sono conservati, e molti edifici presentano due o più piani in altezza. Allostesso tempo, queste caratteristiche costituiscono altrettanti punti di debolezza, e questo sito unico nel suo genere è costantemente a rischio di collasso se non si mettono in gioco azioni continuative e incessanti per la sua conservazione.

sabato 24 marzo 2012

Archeologia: ritrovamenti di epoca romana a Castellarquato





Ritrovamenti di epoca romana



PIACENZA - Poco dopo il centro abitato dei Pallastrelli, nel corso dei lavori per la realizzazione della nuova Casa protetta di Castellarquato, sono venuti in luce questa settimana alcuni ustrina di epoca romana. “L’ustrinum" era il luogo in cui i romani incineravano il corpo del defunto, i cui resti combusti potevano essere raccolti e sepolti in una tomba separata dal luogo della cremazione. L’ustrinum stesso, nel caso di cremazione diretta costituiva la tomba. Gli ustrina emersi sono fosse riempite di ceneri e ossa combuste. Tra questi si distingue una sepoltura ad incinerazione diretta scavata nel terreno, in cui è stato deposto il defunto, cremato nella fossa tombale, ove sono stati lasciati i resti combusti, poi ricoperti con laterizi. Questa struttura è di particolare interesse perché dà evidenza ad alcune modalità della pratica della cremazione diretta e del rituale funerario ad essa connesso in epoca romana. Il ritrovamento degli ustrina è rilevante dal punto di vista scientifico per le informazioni che la piccola necropoli aggiunge sul popolamento antico in età romana nel territorio dell’attuale Comune di Castell’Arquato, che era compreso nell’Ager Veleias. Sono pochissimi e modesti invece i manufatti rinvenuti, tra i quali si segnala una lucerna fittile a canale, del tipo Firmalampen, modello di produzione seriale con la firma del produttore, che si diffonde a partire dalla fine del I sec. a.C., soprattutto nell’Italia Settentrionale, fino alla fine del IV sec. d.C. Di questo tipo di lucerne era grande produttrice ed esportatrice una fornace presente nel territorio modenese, operante dalla metà del I sec. d.C., col marchio Fortis.

Archeologia, team italiano in Iraq porta alla luce 'Tomba del piccolo principe'

Fonte: ADNKRONOS


Il ritrovamento è avvenuto nel sito di Abu Tbeirah, a circa una ventina di chilometri dalla città caldea di Ur, nel cuore della regione che è stata la culla della civiltà sumerica nel corso del III millennio a.C.


ROMA- A sud-ovest della città di Nasiriyah, nell'Iraq meridionale, un team di ricercatori della Sapienza ha portato alla luce la 'Tomba del Piccolo Principe'. Così hanno deciso di chiamarla per la giovanissima età del suo occupante e per la ricchezza del corredo con il quale è stato sepolto, tra cui spiccano un vaso di bronzo a forma di nave, strumenti per la toletta e perle di cornalina di inestimabile valore. Il ritrovamento è avvenuto nel sito di Abu Tbeirah, un'area di 42 ettari a circa una ventina di chilometri dalla città caldea di Ur, cioè nel cuore della regione che è stata la culla della civiltà sumerica nel corso del III millennio a.C.. Gli scavi della Sapienza sono la prima campagna archeologica nel sud della nuova Repubblica irachena affidata a una missione straniera dopo le Guerre del Golfo, e sono condotti da un team di archeologi coordinati dall'assiriologo Franco D'Agostino.


giovedì 22 marzo 2012

NARNI (TR) - Domenica 1 aprile, alle ore 10.00, presso la Sala Associazione Parco Piscina di Nera Montoro, Ex Circolo Dopolavoro Aziendale Società Terni, Via del Villaggio, 24 Nera Montoro – Narni (TR), si terrà l'incontro:


Le Company Towns: un patrimonio tra criticità e opportunità: Il villaggio operaio di Nera Montoro.


Il Villaggio rappresenta un mondo a sé stante immerso nel verde, quasi a proporsi come punto di passaggio tra modernità e tradizione. Vi si accede mediante un'apposita strada che si inserisce sulla Narni-Orte, all'altezza dell'ingresso dello stabilimento. La necessità della creazione di un nucleo di abitazioni operaie nacque sul finire degli anni venti, quando il programma d'incremento dell'attività produttiva dello stabilimento elettrochimico, pone alla Terni. Società per l'Industria e l'Elettricità, il problema della disponibilità fissa, in loco, della manodopera. Il carattere agreste del complesso risponde ad una filosofia aziendale che vuole l'operaio lontano dalla città, in campagna, ma nei pressi dello stabilimento, in modo da poter integrare il salario con i prodotti della terra. Il villaggio operaio non ha subito nel corso del tempo modificazioni sostanziali: ultimato nel 1931, vi viene aggiunta la chiesa nel 1937. L'assetto originario è ancora leggibile, nonostante le ricostruzioni postbelliche e i continui ammodernamenti. L'insediamento oggi si articola in tre nuclei; negli ultimi decenni il villaggio è stato inglobato a nord da un nuovo insediamento, così da far assumere all'intervento edilizio originario il carattere di centro storico.


L'evento, organizzato dal Comune di Narni, in collaborazione con Legambiente Umbria, AIPAI - Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, ICSIM – Istituto per la Cultura e la Storia d’Impresa Franco Momigliano, l'Associazione Parco Piscina di Nera Montoro, Ex Circolo Dopolavoro Aziendale Società Terni, T.E.R.N.I. Research S.p.A., seguirà il seguente programma:

martedì 20 marzo 2012

Archeologia satellitare. Ecco l’ultima frontiera dello studio storico

Fonte: http://www.articolotre.com

Grazie ad alcune immagini satellitari alcuni studiosi sono riusciti a identificare ben 14.000 insediamenti umani costruiti nell'arco di 8000 anni. L'area esaminata è stata quella dell'Antica Mesopotamia, oggi corrispondente alla parte nord-est della Siria.


Una scoperta sensazionale ottenuta grazie allo studio delle immagini satellitari. E' questa la nuova frontiera dell'archeologia contemporanea, una frontiera ancora inesplorata ma che potrebbe consentire di effettuare scoperte e ritrovamenti di importanza mondiale. Alcuni studiosi grazie alle immagini satellitari sono riusciti a risalire a oltre 14.000 insediamenti umani spalmati nell'arco di circa 8000 anni, tutti situati nell'area della cosidetta "antica Mesopotamia", oggi corrispondete alla zona nord-est della Siria,una regione oggi particolarmente calda per via degli scontri bellici tra Assad e i ribelli siriani. L'identificazione è stata resa possibile da un nuovo programma informatico messo a punto da un archeologo dell'università di Harvard e un esperto di informatica del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, che lo illustrano sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze, Pnas.


Questo nuovo programma rivoluzionario permetterebbe quindi di analizzare le immagini dei satelliti andando alla ricerca dei cosiddetti "antrosuoli", ovvero di quei suoli segnati nel lungo periodo dalla presenza e dalle attività dell'uomo. Gli "antrosuoli" sarebbero facilmente riconoscibili dai satelliti perchè ricchi di materiali organici e caratterizzati da colori tenui. L'archeologo di harvard, Jason Ur, ha utilizzato le immagini satellitari della Siria settentrionale per applicare questo nuovo metodo, e in questo modo è riuscito a identificare oltre 14.000 siti antropici.Tra questi, ben 9.500 siti erano particolarmente elevati rispetto al livello del suolo circostante: questo potrebbe significare che nel corso dei secoli vi si sarebbero succeduti molti insediamenti, costruiti ciascuno sulle macerie di altri più antichi.Ur ha potuto effettuare questi studi in pochi mesi, consultando le dettagliate fotografie del satellite, mentre se avesse dovuto effettuare le indagini sul posto avrebbe dovuto andare su e giù per un'area gigantesca, e ci avrebbe presumibilmente impiegato anni ed anni. Applicando questa stessa tecnica in altre parti della Terra si potrebbero ottenere risultati straordinari e andare a trovare tracce di insediamenti umani anche laddove non si sarebbe mai pensato ci potessero essere.

Gladiatori, senatori, cavalieri. Gli eroi dell'arena nelle prescrizioni del Senatoconsulto di Larino.

domenica 18 marzo 2012

Il lago Titicaca, archeologia ad alta quota


Fonte: http://viaggi.leonardo.it


Il lago Titicaca è riconosciuto come il lago navigabile più alto del mondo. Si trova, infatti, a quasi quattromila metri di altezza sul livello del mare, situato tra gli altopiani a cavallo tra Bolivia e Perù.


Il lago, che copre una superficie di circa ottomila metri quadrati equamente divisi tra i due stati, è costituito da due bacini idrici separatie raggiunge una profondità massima di 281 metri.


Le sue acque sono particolarmente trasparenti e permettono di vedere anche fino a 65 metri di profondità offrendo al navigatore una vista spettacolare sui suoi fondali e anche un panorama magnifico circondato dalle alte montagne che vi fanno da sfondo.


Ma il lago Titicaca non è solo uno spettacolo naturale. Nei suoi fondali sono stati scoperti, grazie ad una spedizione di archeologi di quattro paesi diversi, Bolivia, Brasile, Italia e Stati Uniti, i resti di un’antichissima civiltà, che visse in questa zona, ora ricoperta dall’acqua, in epoca precolombiana, forse anche precedente alla civiltà Incas.


I resti di questa civiltà, che probabilmente fu scacciata dal luogo dall’arrivo degli Incas, testimoniano i fasti di questa popolazione, ci si troverebbe di fronte ad una vera e propria città di cui la parte sommersa dalle acque dovrebbe essere il centro religioso e politico. Se la scoperta dovesse confermare le ipotesi, significa che si dovrà rivedere da capo la storiografia tradizionale.

sabato 17 marzo 2012

Scoperta una nuova specie umana

Fonte: Yahoo! Notizie

Per una volta non è il fossile più antico a fare notizia, ma il più giovane. E a ragione. Si tratta di resti di ominidi — 4 individui — che non ricordano molto gli esseri umani moderni, solo che i loro resti hanno tra 11 e 14 mila anni. Significa che questi ominidi dall'aspetto piuttosto arcaico condividevano le terre con i primissimi gruppi di quasi-agricoltori. Cinesi, in particolare. I ritrovamenti, infatti, sono avvenuti in Cina, in un'area a Sud del continente, all'interno di due cave: a Maludong (o Del cervo rosso), vicino alla città di Mengzi nella Provincia dello Yunnan, e in uno scavo vicino al villaggio di Longlin, nella regione autonoma di Quansi.


La scoperta degli scheletri parziali (compresi i crani) di tre individui risale al 1989, ma lo studio di questi fossili (da parte di 6 istituti cinesi e 5 australiani) è cominciato solo nel 2008. I resti di un quarto individuo erano stati dissotterrati ancora prima, nel 1979, ma sono rimasti inglobati nel loro pezzo di roccia fino al 2009.


Ora, finalmente, arriva su PLoS One lo studio che li descrive; porta la firma di Darren Curnoe, dell'Università del Galles del Sud, e di Ji Xueping, dello Yunnan Institute of Cultural Relics and Archeology, a capo dell'équipe internazionale.


venerdì 16 marzo 2012

“Etruschi, il privilegio della bellezza”

Fonte: http://www.maremmanews.tv


SCANSANO - Appuntamento al Museo Archeologico e della Vite e del Vino di Scansano con gli Etruschi: è infatti in programma domenica 18 marzo alle ore 18.00 presso il Museo Archeologico e della Vite e del Vino (p.za del Pretorio – Scansano) un incontro dedicato agli Etruschi, visti attraverso uno degli aspetti più affascinanti della loro civiltà: la cura del corpo e la ricerca della bellezza. L'occasione è la presentazione del volume di recente pubblicazione “Etruschi, il privilegio della Bellezza”, curato da Simona Rafanelli, direttore del Museo Civico archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia e da Paola Spaziani, archeologo nel Museo Archeologico e d'Arte della Maremma. Il libro è stato pubblicato da Aboca, una azienda che accanto alla produzione e alla trasformazione delle piante medicinali è da tempo impegnata nella promozione culturale.

Grecia, al via il restauro dell'antico teatro di Delos

Fonte: http://www.travelnostop.com


Via libera al restauro dell'antico teatro di Delos, uno dei più importanti centri religiosi della Grecia antica, l'isola delle Cicladi dove secondo la mitologia è nato il dio Apollo. L'antico teatro di Delos è uno dei pochi dell'antichità ad essere costruito interamente in marmo. La sua costruzione è iniziata intorno al 314 a.C. ed è finita dopo circa settanta anni, nel 250 a.C. Nell'88 a.C. il teatro, che era in grado di ospitare fino a 6.500 spettatori, è stato abbandonato dopo il saccheggio dell'isola da parte dell'esercito di Mitridate.

Archelogia: tesori spuntati nell'orto

Fonte: DARINGtoDO

di Matteo Trucco

Nei giorni scorsi, in quel di Massa Carrara, un contadino, come d’abitudine, stava arando il suo campo, quando d’improvviso è inciampato in una pietra molto particolare.


Potrebbe sembrare l’inizio di una favoletta, soltanto che la pietra in questione era il frammento di una stele di quasi tremila anni fa, una testa di pietra con un sorriso appena abbozzato, con il cosiddetto “cappello da carabiniere”, nella maniera in cui vengono catalogate le stele del gruppo B, con la testa staccata dal tronco e la caratteristica forma a mezzaluna. Per gli studiosi, una preziosa testimonianza dei culti diffusi tra i popoli che abitavano questa zona dell’Appennino.

mercoledì 14 marzo 2012

Isolaverde di Chioggia (VE): corsi di archeologia subacquea



per informazioni:
info@clodia.eu
info@argovenezia.it

Palazzi e giardini. Aperti dal Fai 670 capolavori

Il Fai ha presentato la ventesima edizione della Giornata di primavera, il 24 e 25 marzoFonte: CORRIERE.IT

di Edoardo Sassi

ROMA - Alla scoperta di 670 piccoli e grandi tesori d'Italia, con l'apertura straordinaria di beni culturali, paesaggistici e archeologici distribuiti in ogni regione e in 256 località per la ventesima edizione della Giornata del Fai di Primavera, sabato 24 e domenica 25 marzo. Chiese, palazzi e ville private, borghi, castelli, musei, giardini, teatri, itinerari: luoghi mai visti o aperti di rado, con ingresso gratuito per tutti (ma alcune visite sono riservate agli iscritti alla Fondazione).

Gli etruschi tornano nella valle del Tanaro dopo tre millenni

Fonte: LASTAMPA.it

di CARLO FRANCESCO CONTI

Gli etruschi tornano ad Asti dopo quasi tre millenni. Lo faranno da venerdì grazie alla grande mostra «Etruschi, l’ideale eroico e il vino lucente» che sarà ospitata a Palazzo Mazzetti. Il taglio del nastro venerdì 16 alle 18.
E’ un evento destinato a richiamare gli appassionati d’arte e archeologia di tutta Italia e dall’estero, grazie al taglio originale e innovativo impostato dai curatori Alessandro Mandolesi e Maurizio Sannibale con l’allestimento dell’architetto Giovanni Bo, autore del recupero di Palazzo Mazzetti. A promuovere l’evento è la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti che ha affidato la collaborazione scientifica ai Musei Vaticani, con il sostegno della Regione Piemonte. «Ad Asti abbiamo trovato persone capaci e preparate - spiega l’assessore regionale alla Cultura Michele Coppola - E’ bello fare sforzi e sacrifici insieme».
«Riteniamo - aggiunge Michele Maggiora, presidente della Fondazione CR Asti - che anche la provincia abbia potenzialità per realizzare iniziative di questo genere. Abbiamo voluto organizzare una mostra legata alla cultura della vite, perché siamo la città del vino».
Una straordinaria occasione per ammirare una pregevole selezione di oggetti etruschi e greci, provenienti dai Musei Vaticani e dalle principali raccolte italiane. La rassegna non sarà solo un’esposizione, ma sarà corredata da laboratori per scuole e famiglie in cui imparare la scrittura etrusca o conoscere meglio aspetti dell’antica civiltà. Il catalogo è pubblicato da Electa.

"Archeologia e Ceramica", presentazione del libro a Cosenza

Pompei, presentata a New York l'idea progetto sul Parco archeologico

Pompei, presentata a New York l'idea progetto sul Parco archeologico


Fonte: http://www.julienews.it


E’ stata presentata presso il Centro di cultura italiana di New York, gestito dalla Fondazione “Generoso Pope”, l’idea - progetto del nuovo Parco Archeologico di Pompei. All’inaugurazione della mostra “Pompei rivive” erano presenti l’assessore regionale alle Autonomie Locali Pasquale Sommese, in rappresentanza del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio.

“La presentazione in una sede internazionale così prestigiosa – ha detto l’assessore Sommese – si inserisce all’interno della scelta strategica che il Comune di Pompei, la Regione Campania, il Ministero dei Beni culturali e gli imprenditori privati intendono sostenere per coniugare il rilancio degli studi archeologici con l’integrazione delle aree periferiche, attraverso politiche di tutela attiva del territorio. Si tratta di una idea ambiziosa, che può ulteriormente stimolare gli interessi dei finanziatori stranieri”, ha concluso l’assessore Sommese.

“Il Parco – ha aggiunto il sindaco D’Alessio – con i suoi molteplici contenuti (archeologia, agricoltura, sperimentazione ed accoglienza), rappresenta una importante occasione di rilancio dell’economia pompeiana. Lo sosterremo fino in fondo, consapevoli che attraverso questa idea passa il futuro sviluppo della città e di tutto il territorio.”

Sabato prossimo, 17 marzo, l’iniziativa sarà presentata alla stampa con una conferenza che si terrà alle ore 12 presso il Comune di Pompei.

Pistoia: presentazione 'Guida all'archeologia industriale in Toscana'

Fonte: Adnkronos

PISTOIA -  Continuano gli incontri del ciclo ''Leggere, raccontare, incontrarsi'' con un appuntamento giovedì 15 marzo alle 17 nell'auditorium Terzani della biblioteca San Giorgio, dove verrà presentato il libro dell'architetto Giuseppe Guanci ''Guida all'archeologia industriale della Toscana'', recentemente pubblicato dalla casa editrice NTE di Campi Bisenzio. Insieme all'autore interverranno Chiara Innocenti, assessore alla cultura della Provincia di Pistoia e l'editore Fabrizio Nucci.


''La Guida all'archeologia industriale della Toscana'' è uno strumento che accompagna alla scoperta di luoghi ricchi di fascino, poco conosciuti, che testimoniano la ricchezza e la diversità delle produzioni e delle manifatture toscane. La storia produttiva della regione, presentata attraverso gli oltre 150 siti e le 46 strutture musealizzate diffuse sul territorio, offre una panoramica inedita sia per gli addetti ai lavori che per il viaggiatore curioso.


Nel volume, che suddivide i siti industriali in base alla provincia di appartenenza, relativamente a Pistoia sono analizzati il sistema delle ferriere pistoiesi, le Ferriere di Mammiano, la ferrovia FAP, la produzione del ghiaccio nella Valle del Reno, la Società metallurgica italiana di Campo Tizzoro, lo stabilimento di Limestre, la Cartiera della Lima, la Ferriera della Valle del Vincio, le Officine San Giorgio-Breda, la Fabbrica dell'elettricita' e del ghiaccio artificiale, l'industria della carta, l'industria serica e l'industria conciaria di Pescia.

La centrale idrodinamica del porto vecchio di Trieste

Greek mythology



by Nabil Charbel


HOMER is the father of the Greek Mythology and a little glance at=Homer was a blind born poet, lived in the year 850 BC in the middle of the 9th century BC, and was attributed to him and here I stress on ATTRIBUTED as nothing is sure above the Author of THE HILLIADES and the ODISSEY(ODESSA) which each one contains 16000 verses that the incidents took place in the 16th century BC and gathered while his wandering in the Old GREECE, so how can a blind born poet tells and changes the logic of HISTORY after more than 12 centuries to its happening by giving names of kings and queens and heroes(like Achille, Agamemnon, Hector, Ulysses, Penelope, Telemaco etc) - This surely was from the sewing of his wise imagination====If we search into the Encyclopedia about the principal hero of the ODESSA here comes the answer=Ulysse in Greek Odusseus(a Greek hero and a legendary king of Ithica son of Learte,Penelope's husband,Telemaco's father).A hero of the Homerian poems as shown in the Illiade and a strongtricker fighter,inventor of the Trojan wooden horse ===The ACHAEANS civilisation=2000 years BC,many Cretans(CRETE) emigrated and carried their own civilisation with,also INDO-EUROPEAN came(Known as ACHAEANS) and from it came the name of ACHILLE and their traces started sice 1600 BC and Homer's poems in the Illiade or Odessa and the ARCHEOLOGY brought from the city of TYRNA and MYSINA are only the sources of information.


IONIA through HOMER: The TROJAN WAR took place in the 12th century BC after the colonisation of the Achaens South ASIA-a sudden awakening rose to celebrate their first glory in Trojan war (1200 BC) and uniformed the poetical epic styles in the 9th century BC as a memorial for it(Trojan war)---it means after 400 years,so from it came the Illiade and followed by the Odessa which reminded the withdrawal of the Achaens after destroying TROY,many poets grew up in the court of kings telling poetry and improvising ONE FROM THE OTHER and added something from their imagination until the coming of HOMER the blind born poet who gathered(Illiade and Odessa) in two epics,also as long as the Greeks considered Homer singly harmonysing the epics- The two epics were not registered only in the 9th century BC'it means after the improvising of the Greek Alphabet from the Phoenicians which means that a lot were lost or altered(changed).


The trojan horse: The resume that the war of TROY only happened in the imagination of the blind poet Homer because Greek history never mentioned it, it came alive by the tongue of poets and since 1600 BC until 850 BC no historian had told about. AT LAST I think the only person that should be honored is HOMER, because he was at the same time an historian, a poet, a hero, a philosopher, a psychanalyser, dresser of strategic war by inventing the wooden horse and telling about the special weakness heel of Achille as if talking about a highlander - So the poet Homer is smarter and more precisely he allowed himself talking about a war that took place 700 years before his birth-telling incidents as if were running at his actual time.

Spartacus

by Nabil Charbel

THE FAMOUS SLAVE - S P A R T A C U S that defeated ROME but was cruxified at last because he dared to cry FREEDOM - So life needs SLAVES but until the world reaches the top and people do in fact exerces freedom so remains some kind of slavery. In fact many kind of slavery still exists and here some of it-1)-The dumb slavery is the one that keeps the days of the man hanging on the tails of the wife he hated and which makes the body of the woman stuck to the bed of the husband she hated and makes both of them equal to the bottom of the shoe-2)-The twisted slavery is the one that moves fearlessly the tongues of weak men so they talk what they don't feel and pretend what they don't care-3)-The humpbacked slavery is the one that leads people to the law of other people-4)-The Cameleoned slavery is the one that crowns son of kings to be kings-5)-The Black slavery is the one that of the innocent sons of criminals-6)-The SLAVERY for the slavery itself is the power of continuity. People are slaves to life and life is a slavery which surrounds their days by humiliation and nights by tears and blood. In fact 7000 years have gone and until now I see the surrendering slaves and the chained prisoners. I traveled around the world (EAST and WEST) and wandered across the shade of life and light and saw the cortege of countries and saw people walking from caves to castles, but only crookedness necks under weight and chained arms and kneeling legs in front of statues. I followed man from BABYLON to PARIS, from NINEVA to NEW YORK and saw the traces of his chains printed on sands besides his feet and heard valleys and woods repeating the ECHO of the crying GENERATIONS and Centuries.

lunedì 12 marzo 2012

Wiki Loves Monuments 2012

File:Mănăstirea Chiajna - Giulești.jpg



Monastero di Chiajna in Romania, immagine vincitrice del concorso Wiki Loves Monuments 2011 (Credit: Mihai Petre)

Wiki Loves Monuments è un concorso che coinvolge i fotografi di tutto il mondo, invitati a ritrarre con la macchina fotografica i propri monumenti, il proprio patrimonio culturale.


Lo scorso anno il concorso ha visto la partecipazione di oltre 15 nazioni con l'invio di oltre 170mila fotografie. Ogni nazione organizza autonomamente il proprio concorso e le foto vincitrici partecipano alla selezione finale a livello europeo.


Nel 2012, Wikimedia Italia ha deciso di promuovere l'iniziativa anche in Italia (cercando di risolvere i problemi legali) coinvolgendo altri partner a livello nazionale (fra cui soprintendenze ai Beni Culturali e altre associazioni interessate).


Aderisci anche tu al concorso, clicca (qui) per conoscere le modalità di partecipazione.

Cagliari, l'archeologia smentisce il mito. Alla Marina abitavano anche i giganti

Cagliari, l'archeologia smentisce il mito Alla Marina abitavano anche i giganti


Fonte: http://www.unionesarda.it


Insolita scoperta nell'area della chiesa di Santa Lucia, nel rione della Marina a Cagliari, distrutta dai bombardamenti del 1943 e poi demolita. Gli archeologi scavando all'interno dei ruderi in uno strato sotto altre tombe più recenti hanno rinvenuto uno scheletro dalle dimensioni eccezionali per l'epoca: oltre un metro e 80.


Data l'altezza inusuale per i sardi e i cagliaritani, i ricercatori pensano fosse uno straniero. Nei registri della chiesa risalenti al 1500-1600 figurano le sepolture di numerosi francesi arrivati a Cagliari per commerci. La scoperta arricchirà le conoscenze sugli abitanti della Marina.

Archeologia: Tunisia, mareggiata fa scoprire necropoli

Fonte: ANSAmed

TUNISI - Oltre a causare danni in tutto il Paese, l'ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Tunisia ha fatto scoprire una necropoli di epoca romana ritenuta di enorme valore archeologico. La scoperta è stata fatta sulla spiaggia di Rjich, nella regione di Mahdia, flagellata fino a ieri da mareggiate.


Dalla sabbia sono emerse delle tombe e monete in bronzo.


Tutto il materiale è stato recuperato dall'Agenzia di protezione del patrimonio della regione per essere messo a disposizione degli esperti. Anche se, presumibilmente, la maggior parte dei reperti è stata portata via dal mare, la scoperta della necropoli viene considerata, dall'Agenzia, la più importante mai fatta nella regione di Mahdia. Intorno all'area della scoperta è stato attuato un dispositivo di controllo, affidato alla polizia, per evitare che i resti vengano depredati.

domenica 11 marzo 2012

Crani ed anfore, a Roma spunta una necropoli

da ANSA


ROMA - Ossa, crani, pezzi di anfore e tombe. Questo è emerso negli scavi del cantiere della linea 3 del tram, a due passi dalla Piramide Cestia a Roma, aperto il 27 febbraio scorso e costretto, considerata la scoperta archeologica, già a chiudere i battenti. Tra gli scavi intorno alle rotaie compaiono a terra anche alcuni scheletri, uno quasi intatto con le braccia conserte e adagiato su quello che, con ogni probabilità, sarà stato un tempo il suo sepolcro. Il tutto all'interno di un cantiere all'aperto privo di vigilanza e chiuso senza alcun lucchetto. I reperti si trovano in tutta la zona, accatastati in cassette di plastica catalogate per data e tipo di reperto. I primi oggetti ad essere stati rinvenuti e repertati portano la data del 5 marzo. Secondo le prime stime, i resti dovrebbero risalire al I-II d.C. secolo e non è escluso possa trattarsi di una piccola necropoli.

Scoperti misteriosi cerchi concetrici di pietre sul monte Sambucaro

da IL PUNTO A MEZZOGIORNO

di Giancarlo Pavat

Appassionati del Mistero dimenticate Rennes-le-Chateaux, Atlantide, il mostro di Loch Ness, le piramidi di Giza e l’Isola di Pasqua o altri enigmi sparsi per il pianeta. La nuova frontiera dell’archeologia misteriosa attraversa tre regioni italiane. Ed una clamorosa scoperta, fatta quasi un anno fa, ma soltanto ora resa nota, sembra voler far riscrivere la storia del Basso Lazio e dell’Alto Casertano.
Si parla già di una “Stonehenge” ciociara. Ma per capire meglio di che cosa si tratta è opportuno partire dall’inizio. Quando il fotografo Antonio Nardelli, navigando su “Google Map” scoprì qualcosa di incredibile, apparentemente mai notato prima da alcuno sulle pendici del Monte Sambucaro, nel territorio di San Vittore del Lazio (FR), a poca distanza dall’abitato montano della “Radicosa”. Ci troviamo al confine tra Lazio, Campania e Molise. Anzi, ad essere precisi il punto esatto in cui si incontrano i confini delle tre regioni è proprio la vetta del Monte Sambucaro, alto poco più di 1200 metri slm.

Archeologia: 14.700 anni fa, crani utilizzati come tazze

da ARCHEOMOLISE


di Giuseppe LEMBO


Ritrovamenti archeologici datati a 14.700 anni fa, hanno dimostrato che antenati umani della contea inglese del Somerset in Gran Bretagna hanno utilizzato crani umani come tazze o coppe. La scoperta arriva dai ricercatori del Natural History Museum di Londra, guidati dalla paleontologa Silvia Bello.  «E’ il più antico esempio finora documentato di ossa craniche usate come recipienti. Altri casi risalgono a tempi più recenti ma provengono da siti più lontani come le Isole Figi e l’India», spiega Bello. «Abbiamo analizzato cinque crani: il primo appartenente ad un bambino di tre anni, gli altri sicuramente di due adolescenti, un adulto e un anziano. Ciascuno dei teschi presentava varie incisioni, segni di tagli e ammaccature che suggerirebbero una precisa attività manuale di pulizia. Prima venivano tolti i capelli e le parti carnose, attraverso l’uso di pietre. Poi i crani erano privati delle ossa facciali, mentre la base veniva meticolosamente scheggiata e lavorata per raddrizzare e smussare i bordi rotti e spigolosi» continua Silvia Bello.


Ci sono molti esempi di pratiche simili e storicamente note: il filosofo greco Erodoto racconta di calici sciti ricavati dai crani risalenti all’VIII secolo a.C. Anche i popoli della Russia meridionale erano soliti bere dai teschi dei loro nemici morti, così come facevano anche le popolazioni del sito agricolo di Herxheim in Germania, nel primo neolitico. Lo scopo era rituale: far bere i vincitori dal teschio dei soldati sconfitti era infatti segno di vittoria. Infine da ricordare anche l’uso, da parte degli aborigeni australiani, di crani umani per i rituali religiosi.


Archeologia iblea e Stonhenge. Se ne è parlato a Ergasterion

da ONDAIBLEA


RAGUSA – Che cosa lega due elementi di un amuleto ritrovati nella Sicilia sud orientale con la tomba di Amesbury Archer, nei pressi di Stonehenge, il complesso megalitico della Britannia famoso in tutto il mondo?


È l’affascinante interrogativo a cui ha cercato di rispondere Orazio Palio, ricercatore in Preistoria e Protostoria, partecipando, lo scorso 9 marzo, all’appuntamento di “Ergasterion-Fucina di archeologia” tenutosi a Ibla nell’auditorium di Santa Teresa e promosso dalla sezione di Ragusa dell’associazione “SiciliAntica”. Palio è arrivato a questo raffronto richiamando lo stile campaniforme riconducibile alle placchette in pietra ritrovate nell’amuleto in questione che si rifanno, in qualche modo, ai braccialetti da arciere caratteristici dei complessi campaniformi dell’Europa settentrionale.


“La distribuzione degli elementi campaniformi nella Sicilia sud-orientale – ha precisato Palio – è concentrata in contesti specifici. Tutti i manufatti sono caratterizzati da una diversità stilistica e funzionale. La maggior parte degli esemplari fa però riferimento allo stile locale”.


La concentrazione del bicchiere campaniforme si limita alla metà occidentale dell’isola con sporadiche ma significative eccezioni nella parte orientale e meridionale. È emerso, ad ogni modo, che non esiste una reale continuità territoriale. Della necropoli di Baravitalla, il sito maggiore di Cava Ispica, ha parlato, invece, Giuseppe Terranova, dottore di ricerca in Archeologia presso l’Università degli studi di Messina.

Archeologia: Roma, scoperti resti di una necropoli.


da ADNKRONOS


ROMA -  I resti di quella che sembrerebbe una necropoli romana del secondo secolo d.C. sono affiorati nel centro di Roma, nei pressi della Piramide Cestia, durante i lavori per il rinnovo della sede tranviaria della linea 3. Lo rende noto L'Atac, specificando che "nel corso dei lavori di ristrutturazione dell'armamento che dovevano concludersi per il 27 marzo, in vista dell'ormai prossima riapertura della linea 3 del tram, sono affiorati i resti di una necropoli pare del II secolo".


"Come da prassi, i lavori sono stati interrotti e sono stati allertati gli uffici competenti del ministero dei Beni culturali che adesso stanno svolgendo delle verifiche. Le strutture tecniche di Atac sono in stretto contatto con gli uffici dei beni culturali per garantire contestualmente la conservazione dei reperti, ma anche l'avvio più rapido possibile di una linea tramviaria fondamentale per la città", conclude l'Atac.

venerdì 9 marzo 2012

Archeologia: scoperto un tempio a Demetra


Gli studiosi di archeologia oggi guardano alla penisola di Taman, sul Mar Nero, dove è stato scoperto un eccezionale tempio a Demetra, che più antico di mezzo secolo del Partenone, avrebbe ospitato i Misteri Eleusini. Il dottor Nikolai Sudarev, capo della spedizione archeologica organizzata dall’Accademia delle scienze, oggi è conteso dai maggiori centri scientifici.


Ha già illustrato la sua scoperta in Germania ed ora si appresta a fare altrettanto in Italia.


Egli è convinto che gli scavi possano portare alla luce tutto un complesso che per le sue straordinarie dimensioni, poteva essere costruito soltanto con il concorso del Regno del Bosforo.


Egli dice:


E’ evidente che si tratta di un edificio pubblico costruito con i fondi dello Stato o della comunità da valenti architetti e  maestri scalpellini di grande perizia. Le pietre risultano tagliate con assoluta precisione, tanto che ancor oggi fra di esse è difficile inserirvi una lama di coltello. Allora le seghe non erano state ancora inventate per cui tutto il lavoro è stato eseguito  con piccoli scalpelli.


Altre scoperte, come un altare e una statuetta che rappresenta Demetra che sulle spalle regge la figlia Persefone, confermano che si tratta di un tempio dedicato alla dea dell’agricoltura.


Secondo il mito, quando sua figlia fu rapita da Ade, il Dio degli Inferi, Demetra si ritirò a Eleusini e giurò che nemmeno un filo d’erba sarebbe spuntato dalla terra se non le fosse stata restituita la figlia.


Quando ciò accadde, la terra riprese a dare i suoi frutti. I Misteri Eleusini, risalenti al 15 esimo secolo A.C, nacquero come simbolo del ritorno di Persefone.


Aggiunge il dottor Sudarev:


I Misteri Eleusini rappresentano un viatico negli Inferi dominati da Ade. Nel corso dei Misteri gli iniziati riuscivano a penetrare in una specie di paradiso pagano dove le anime dei greci defunti si abbandonavano alle feste e alla gioia.


E’ singolare che il Tempio di Demetra  si trovi all’interno di una necropoli risalente ad una epoca pre-ellenica, quando la penisola di Taman era abitata da tribù selvagge di cui si conosce pochissimo. Anche dei Misteri Eleusini non si sa molto.


Secondo alcuni storici, nel corso dei Misteri si sarebbe fatto uso di stupefacenti e in particolare di una speciale pozione a base di orzo e menta che fermentati inducevano in uno stato estasi mistica.



FONTE: http://italian.ruvr.ru (La voce della Russia)

mercoledì 7 marzo 2012

Archeologia: Egitto, al via restauro barca solare Cheope

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ROMA - (Adnkronos) - La seconda barca solare di Cheope tornerà presto alla sua antica bellezza. Un team di archeologi giapponesi ed egiziani, riferisce il giornale Al Ahram, ha iniziato il lavoro di prelievo dei campioni di legno della barca - ancora sepolta nella sua galleria originale - con il duplice scopo di determinare le esatte cause del degrado e il miglior metodo di restauro.


I campioni, ha fatto sapere il capo del team Sakuji Yoshimura, saranno ora sottoposti ad analisi di laboratorio per determinare il metodo più appropriato per restaurare e ricostruire un monumento tanto illustre dell'antico Egitto: una barca che trasporta la divinità del sole.

Archeologia: avviato studio sulle giare che contenevano i rotoli del Mar Morto

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La scoperta, nel 1947, dei famosi rotoli del Mar Morto, i più antichi testi della Bibbia conosciuti, suscitò nella comunità scientifica mondiale grande clamore, tanto da essere definita la più grande scoperta archeologica del Ventunesimo secolo. Ma se i manoscritti in questi 55 anni sono stati studiati a fondo, finora non era mai stato compiuto uno studio sulle ceramiche di Qumran, ritrovate nelle grotte vicino al Mar Morto, tra cui anche le giare (diverse decine) che contenevano proprio quei manoscritti.
Questo studio è stato compiuto adesso da un’equipe di studiosi italiani guidata dal professor Marcello Fidanzio e dal professor Riccardo Lufrani. La Facoltà Teologica dell’Italia Centrale ha partecipato a questo progetto in collaborazione con l’Ecole Biblique et Archeologique Francaise di Gerusalemme ospitando due sessioni preparatorie nella propria sede di Firenze e inviando due dei suoi studenti di Teologia Biblica, Diletta Rigoli e don Bledar Xhuli. La ‘lettura’ delle giare, e dell’altro materiale ceramico ritrovato nel sito archeologico (molti piatti, che probabilmente servivano per la offerte votive, ma anche brocche, vasi, unguentari) secondo i due studenti potrebbe confermare che Qumran (su cui esistono ancora molti misteri e punti di controversia tra varie correnti di pensiero) sia stato un importante centro di spiritualità e di culto, di cui le grotte (in cui le giare sono state ritrovate) costituivano una specie di ‘biblioteca’ per la conservazione del testo sacro nella sua purezza.
”La nostra facoltà – afferma il preside della Facoltà dell’Italia Centrale, don Stefano Tarocchi – ha da subito risposto con entusiasmo al progetto del Qumran Seminar, sposandone le finalità e dimostrando di poter offrire un contributo sostanziale alla ricerca nelle sue forme piuù alte non solo a livello toscano, ma addirittura a livello internazionale”.


Fonte: ASCA

L’estinzione dell’Uomo di Neandertal: una nuova teoria climatica

da ARCHEOMOLISE - In un recente articolo della rivista Molecular Biology and Evolution un’equipe di antropologi europei e statunitensi ha proposto una nuova teoria sulle cause dell’estinzione di Homo neanderthalensis, questione dibattuta da decenni e mai realmente risolta. L’assunto è che i neandertaliani fossero molto vulnerabili ai cambiamenti climatici della fine del Wurmiano, che li avviarono all’estinzione e cui essi reagirono spostandosi verso ovest, dove sopravvissero per circa diecimila anni.


Gli autori dello studio, per esaminare la storia demografica dei Neandertal e i processi del livello di popolazione che condusse all’estinzione della specie, hanno usato sequenze di DNA mitocondriale di tredici individui. Le analisi indicano che i neandertaliani recenti dell’Europa occidentale (<48000 anni) costituiscono un gruppo ben definito, con variazione genetica mitocondriale bassa rispetto ai più vecchi neandertaliani dell’est (>48000 anni).


Gli autori, tramite simulazioni demografiche bayesiane, mirano a un modello che non guarda a una singola popolazione stabile, ma che tiene conto della frammentazione della popolazione e delle successive separazioni delle traiettorie demografiche nelle sottopopolazioni.


Lo studio indicherebbe, in conclusione, un riassetto del popolamento avvenuto in Europa occidentale nel corso dell’inizio dello Stadio Isotopico 3, prima dell’arrivo in quella regione dell’uomo anatomicamente moderno.


di Ettore RUFO

Archeologia: Grecia, in mostra il relitto di Antikythera

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Il celebre e misterioso 'meccanismo' di Antikythera(di Demetrio Manolitsakis) - (ANSAmed) - ATENE, 6 MAR - A distanza di oltre un secolo dalla scoperta casuale - come succede spesso nel campo dell'archeologia - del relitto di Antikythera, i reperti archeologici portati allora alla luce si potranno vedere esposti tutti insieme grazie ad una mostra organizzata dal Museo Archeologico Nazionale di Grecia dal titolo "Il relitto di Antikythera - La nave - I tesori - Il meccanismo". La mostra sarà inaugurata il prossimo 5 aprile e rimarrà aperta sino alla fine di aprile 2013. Si tratta di 378 reperti fra i quali sculture, vasi di argilla e di bronzo, monete, gioielli, frammenti della nave e, naturalmente, il famoso meccanismo di Antikythera, considerato il più antico computer mai realizzato. "Il più antico esemplare della tecnologia sopravvissuto e che cambia completamente le nostre conoscenze circa l'antica tecnologia ellenica", affermò parlando di questo misterioso oggetto il suo primo studioso, il fisico e matematico britannico Derek De Solla Price. Fra i reperti esposti nella mostra ci saranno inoltre piatti, brocche e anfore con la base acuta usate per il trasporto di acqua, olio, vino e cibi secchi necessari per i lunghi viaggi.


Fra le sculture, il visitatore potrà ammirare una statua di Ermes considerata del 1/o secolo a.C. a grandezza naturale (è alta m. 1,93) su cui è visibile l'erosione dovuta alla lunga permanenza sott'acqua. Probabili autori della statua sono ritenuti artisti della scuola di Policlitos, come Cleon, Alypos e Polyclitos III. L'originale in bronzo è datato intorno al 360-350 a.C. Il direttore del Museo Archeologico Nazionale, Nikos Kaltsas, parlando al settimanale To Vima circa il carico della nave, ha spiegato che l'imbarcazione trasportava "decorazioni per la villa di qualche ricco romano oppure oggetti destinati alla vendita". "Lo testimonierebbero - secondo Kaltsas - i gusti raffinati di coloro che le avevano ordinate oppure degli eventuali acquirenti e, nello stesso tempo, segnalerebbero per la prima volta il fenomeno del commercio di opere d'arte che in seguito avrebbe assunto vaste dimensioni nella civiltà occidentale".

Le sculture di marmo riaffiorate dal relitto di Antikythera si possono distinguere in quattro categorie in base al loro stile: la prima comprende le sculture copie o varianti di opere importanti dell'antichità classica. La seconda, creazioni classiche che fondono elementi e composizioni di diversi periodi, arricchiti con le caratteristiche dell'arte ellenistica. La terza comprende opere con intensi ricordi delle creazioni del primo e medio periodo ellenistico, e la quarta creazioni originali del tardo periodo ellenistico.

Il relitto venne scoperto casualmente da un gruppo di pescatori di spugne che, a causa del mare agitato, furono costretti a fermarsi nell'isola di Antikythera, nel Sud del Peloponneso, per aspettare il ritorno del bel tempo. Era il Martedì Santo della Pasqua del 1900 quando uno del gruppo, di nome Ilias Lykopantis, si tuffò in acqua in cerca di spugne.

Arrivato ad una profondità di circa 50 metri, l'uomo si trovò di fronte al relitto con il suo carico sparso tutto intorno. Il naufragio era avvenuto tra il 50 ed il 60 a.C. I primi reperti furono riportati in superficie tra il 1900 e il 1901 e tutti gli altri molto più tardi - nel 1976 - con l'appoggio della nave oceanografica di "Calypso" dell'esploratore francese Jacques-Yves Cousteau. (ANSAmed).

martedì 6 marzo 2012

Archeologia subacquea. A Montalto il convegno: il mare tra passato e presente.

MONTALTO - Sabato 10 marzo 2012, alle ore 18.00, presso la Sala del complesso monumentale di San Sisto a Montalto di Castro, si terrà un interessantissimo convegno dal titolo “Il mare tra passato e presente, nuove proposte per valorizzare il patrimonio sommerso”. L'incontro, organizzato dall’Associazione "Assopaguro" in collaborazione con l’Assessorato al Turismo del Comune di Montalto, verterà sull’affascinante mondo dell’archeologia subacquea.


Grande protagonista del convegno sarà l'ancora di tipo classica rinvenuta nei fondali antistanti la costa montaltese nell'agosto del 2011 nell'ambito delle attività portate avanti dall'Associazione Assopaguro.


Interverranno: Valeria D’Atri (Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Etruria meridionale), Virgilio Giusti (Comandante del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di finanza del Lazio), Mario Mazzoli (Direttore Generale A.S.S.O.), Vittorio Gradoli (Presidente dell’Associazione Subacquea Assopaguro di Montalto di Castro).


“Dopo la denuncia alle autorità competenti – sottolinea il presidente Vittorio Gradoli – e dopo una serie di contatti con Soprintendenza e Guardia di finanza abbiamo stabilito insieme di tentare un recupero conservativo aderendo alla Convenzione Unesco sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo che stabilisce, quando possibile, di conservare i reperti laddove vengono ritrovati”. Così l’ancora è stata assicurata al fondale marino e ora è a disposizione di tutti i sub che vogliono ammirarla. Ma nel corso dell’incontro si parlerà anche di conservazione e tutela dei beni ambientali, della loro fruizione, del pericolo e del danno causato dalle razzie dei tombaroli che continuano a depredare il patrimonio archeologico. Quindi anche di lotta al crimine in mare e di speleologia subacquea. Inoltre saranno proiettati due filmati realizzati dall’associazione Asso: “Sopra e sotto il mare” e “Un’ancora antica da consegnare alle generazioni future” riguardante proprio il reperto ritrovato nell’agosto scorso sul fondale marino di Montalto di Castro.

lunedì 5 marzo 2012

Scientific Underwater Academy: al via i corsi 2012

Per saperne di più visita il  sito

Archeologia: scoperto nome faraone XVII dinastia

(ANSA) - IL CAIRO - Il nome di un faraone appartenente alla diciassettesima dinastia (1680-1580 avanti Cristo) è stato scoperto nel sito archeologico del tempio di Karnak a Luxor. Si tratta di Sanakhet In Ra e la sua scoperta ad opera di un team misto egiziano francese servirà a fare luce su una delle dinastie meno note i cui due ultimi sovrani cacciarono i sovrani degli Hyksos e dando così inizio al nuovo regno unificato con la diciottesima dinastia. Il nome del faraone, scrive al Ahram online, è stato rinvenuto su un portale di granito e malgrado fosse stato citato un paio di volte in epoche successive, gli archeologi ritenevano si trattasse di una figura immaginaria. Ora il ritrovamento al tempio di Karnak conferma invece la tesi che si sia trattato di un faraone realmente esistito. Il ministro delle antichità egiziano Mohamed Ibrahim ha definito la scoperta significativa perchè ''può contribuire a fornire informazioni sulla diciassettesima dinastia''.

sabato 3 marzo 2012

Ötzi – l’Uomo venuto dal ghiaccio

La nuova ricostruzione di Ötzi

”L’Uomo venuto dal ghiaccio” esposto al Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano è una delle mummie più famose e importanti del mondo. .

Scoprilo visitando il sito ufficiale del Museo.

Museo delle palafitte preistoriche

FIAVE' (Trentino) - L'appuntamento per tutti gli appassionati di archeologia, ma non solo, è sabato 14 aprile 2012 in Trentino, dove verrà inaugurato il nuovo Museo delle palafitte di Fiavé, una delle 111 località che costituiscono il sito dedicato alle palafitte preistoriche dell'arco alpino entrate a far parte della lista del Patrimonio mondiale dell'UNESCO.





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Palafitte di Fiave', villaggio 6. (Foto Bellintani)

Il museo, curato dalla Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento, racconta le vicende dei diversi abitati palafitticoli succedutisi lungo le sponde del lago Carera, bacino di origine glaciale, tra tardo Neolitico ed età del Bronzo.

Gli scavi hanno portato alla luce resti di capanne costruite sulla sponda lacustre (3800 - 3600 a.C), ma anche secondo il classico modello della palafitta in elevato sull'acqua (1800 - 1500 a.C. circa). Un'evoluzione di questa tipologia sono le capanne su pali ancorati ad una complessa struttura a reticolo adagiata lungo la sponda e sul fondo del lago (1500 - 1300 a.C.). Negli ultimi secoli del II millennio a.C. l'abitato si sposta sul vicino Dos Gustinaci, dove sono state rinvenute abitazioni con fondazioni in pietra.


L'eccezionale stato di conservazione non solo dei pali, ma anche di molti altri materiali organici, rende queste palafitte particolarmente affascinanti, consentendo di penetrare in aspetti della vita delle comunità preistoriche generalmente sconosciuti alla ricerca archeologica.


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Ciotole in legno dell'età del Bronzo da Fiave'. (Foto Michelon)

Il museo espone una selezione degli straordinari oggetti, rinvenuti dagli archeologi nel corso delle ricerche, che suscitano stupore per la loro modernità. Sono migliaia i materiali caduti in acqua, accidentalmente o gettati al tempo delle palafitte, preziose testimonianze di notevoli conoscenze tecniche e costruttive e di abilità artigiana. Si tratta di vasi in ceramica, ma anche di monili in bronzo e - rarissimi all'epoca - in ambra baltica e in oro. Una collezione unica in Europa è quella costituita dai circa 300 esemplari di oggetti in legno: stoviglie e utensili da cucina, fra i quali tazze, mestoli, vassoi, strumenti da lavoro come secchi, mazze, falcetti, trapani, manici per ascia, oltre ad un arco e alcune frecce. Le particolari condizioni ambientali dei depositi lacustri hanno restituito persino derrate alimentari come spighe di grano, corniole, nocciole, mele, pere.


Un intero piano del museo, situato nell'antica Casa Carli nel centro di Fiavé, è dedicato alla ricostruzione della vita quotidiana al tempo delle palafitte: un'esperienza unica che permette di immergersi nell'atmosfera del villaggio palafitticolo di 3500 anni fa!
Oltre al grande plastico che ricostruisce il villaggio "Fiavé 6", diversi ambienti svelano di volta in volta il lavoro di contadini e pastori, la vita attorno al focolare domestico, la cucina, la moda, i segreti dei metallurghi e cacciatori. Di particolare suggestione sono anche gli elementi scenografici che richiamano i pali di supporto delle palafitte, i modellini ricostruttivi e i filmati.
Una sezione del museo è dedicata all'unicità del biotopo Fiavé-Carera, riserva naturale provinciale e sito di importanza comunitaria. Questa area protetta è infatti una delle torbiere più estese del Trentino, ricca di vegetazione, luogo di riproduzione di molte specie di rettili e anfibi e punto di sosta per uccelli migratori.



Informazioni:
Tel. 0461.492161 (Soprintendenza Beni archeologici Provincia autonoma di Trento)
sopr.librariarchivisticiarcheologici@provincia.tn.it
www.trentinocultura.net/archeologia.asp



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Frullini dell'età del Bronzo da Fiave'. (Foto Michelon)

Fonte: http://www.archeologiaviva.it

La moda dei Neanderthal

Anche i Neanderthal vestivano alla moda. Non avevano capi griffati, ma prestavano attenzione all'aspetto estetico dei loro abiti.
Lo ha scoperto un team di paleoantropologi ferraresi, coordinato da Marco Parmesani e Antonino Tagliacosso, che hanno lavorato nella grotta di Fumane (Verona). (Visita virtuale alle grotte di Lascaux)


Insieme alle ossa di alcuni Neanderthal hanno infatti ritrovato le spoglie di ben 660 uccelli di 22 specie diverse. (La storia del clima è andata di pari passo con quella dell'uomo. Ecco come)


Secondo gli scienziati si trattava di animali molto poco interessanti dal punto di vista alimentare, ma dotati di lunghe piume molto vistose. La conclusione è che i nostri antichi progenitori le utilizzassero per decorare il corpo e gli abiti. Non solo: i Neanderthal conoscevano il make-up: erano soliti infatti utilizzare pigmenti estratti dai molluschi per pitturarsi il corpo. (La storia di Ciro: il baby dinosauro italiano)


Fonte: http://it.notizie.yahoo.com/blog/focus/

Scoperto un nuovo tratto della Grande Muraglia Cinese

L'esploratore inglese William Lindesay la cercava dal 1986: la prosecuzione della Grande Muraglia Cinese, o ciò che ne rimane, doveva essere lì da qualche parte, sepolta tra le rocce deldeserto del Gobi, in Mongolia. Ma 25 anni di studi e ricerche sembravano confermare che della maestosa struttura, in quella regione, non c'era più traccia. (Scopri tutte le meraviglie del mondo viste dallo spazio)


Non convinto, lo scorso Agosto Lindesay è ripartito per il lontano oriente, in cerca di quella che per lui stava diventando una vera ossessione. Le sue ultime possibilità di successo erano appese a un filo sottile: doveva trovare il Professor Basaan Tudevi, un geografo mongolo considerato uno dei massimi esperti viventi sul deserto del Gobi.
Ma in una terra sconfinata come la Mongolia, dove le strade e i mezzi di comunicazione sono ancora molto poco sviluppati, riuscire a mettersi in contatto con Tudevi sembrava essere un'altra impresa disperata. E così Lindesay tenta l'impossibile: lancia un appello all'esperto mettendo un annuncio su un giornale locale. (La Grande Muraglia e le tutte le più belle foto della Terra dall' alto)


Incredibilmente l' SOS scientifico viene raccolto e Tudevi si unisce alla spedizione.
Con due fuoristrada, poco meno di 200 litri di acqua e le indicazioni di Google Earth, gli scienziati si addentrano nel deserto, e a 25 km dal confine tra Cina e Mongolia scoprono un tratto lungo 100 km di quello che potrebbe essere il primo tratto di Grande Muraglia al di fuori del territorio della Repubblica Popolare.  (Il Gobi e tutti gli altri deserti per immagini)
Per la maggior parte si tratta di tracce delle sue fondamenta, ma ci sono anche tratti relativamente ben conservati alti più di un metro.
Secondo Lindesay questa parte del muro sarebbe stata costruita dal terzo figlio di Ghenghis Khan, Ögedei Khan, tra l'XI e il XII secolo, per porre fine alla migrazioni dalla Cina.



Fonte: www.yahoo.it (Focus) - http://it.notizie.yahoo.com/blog/focus/

venerdì 2 marzo 2012

Archeologia: rischia di perdere il patrocinio UNESCO la necropoli etrusca della Banditaccia a Cerveteri

La necropoli etrusca della Banditaccia, a Cerveteri, rischia di perdere il patrocinio dell’Unesco.


E’ il nuovo allarme lanciato dal giornalista Sergio Rizzo sulle pagine del Corriere della Sera. La Banditaccia è una delle zone archeologiche più importanti del mondo: le tombe sono ovunque, sopra e sotto terra, nei giganteschi tumuli – più di 400 – dove i corpi venivano deposti su letti di tufo insieme a monili e preziosi suppellettili. Ma, nonostante il riconoscimento dell’Unesco nel 2004, oggi la necropoli versa in condizioni pietose, saccheggiata quotidianamente dai tombaroli, nell’indifferenza generale delle istituzioni. Unici guardiani dell’area, i giovani volontari di tre associazioni, coadiuvati dalla polizia locale, cercano di difendere la necropoli dallo spregio dei ladri e dal degrado. Il problema è che sono in molti a sperare che l’Unesco ritiri il bollino al sito: senza il patrocinio, infatti, tombaroli e mercanti avrebbero vita ancora più facile, per non parlare dei costruttori che potrebbe finalmente sperare in un allentamento dei vincoli urbanistici che gravano sull’immensa area archeologica. Fra pochi mesi arriveranno gli ispettori dell’Onu ma, per fortuna, la denuncia di Rizzo ha cominciato a dare risultati e la politica si è mossa con unappello bipartisan, arrivato sulla scrivania del Premier Mario Monti (Fonte FAI)



Fonte: http://www.tafter.it

Archeologia: scoperto pavimento di età romana a Marsala

MARSALA (TRAPANI) - Un pavimento di età romana è venuto alla luce a Marsala, in provincia di Trapani, durante lavori di ristrutturazione di un edificio privato in via Mario Rapisardi, centro dell'attuale cittadina e dell'antica Lilybeum. Quello scoperto è un lembo di pavimentazione in cocciopesto e graniglia bianca con inserti marmorei policromi disposti secondo una maglia quadrata. In una nota la Soprintendenza ai Beni culturali di Trapani definisce il ritrovamento ''eccezionale''.(ANSA).