La quantità e la varietà dei materiali sembra attestare la presenza dei due relitti, di cui è conservata parte del fasciame: il primo, più antico, risale al II secolo d.C., e il suo carico è prevalentemente composto da anfore iberiche e marmi; il secondo, di età bizantina, è carico di materiali locali e di provenienza mista, dall'Egeo, dalla Palestina e dall'Africa.
"I rinvenimenti confermano l'importante ruolo svolto da Elaiussa all'interno delle principali rotte mediterranee di collegamento fra Siria, Egitto e penisola anatolica -spiega il direttore della missione Equini Schneider, docente di Archeologia delle Province Romane alla Sapienza- una preminenza che è durata quasi otto secoli". L'antico sito portuale infatti, che corrisponde all'odierna Ayas, è situato sulla costa sud-orientale della Turchia, a circa 60 chilometri dalla città di Mersin, di fronte all'isola di Cipro, all'incrocio fra le più importanti vie marittime e terrestri. Elaiussa fu uno dei principali porti commerciali della Cilicia, dall'età augustea fino alla prima età bizantina.
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