Oltre alle coppe e ai frammenti di anfore e' stata recuperata anche un'antefissa in terracotta, elemento della copertura dei tetti posto sulla testata delle travi o dei coppi di gronda. La parte antistante dell'antefissa presenta l'immagine della Gorgone realizzata in bassorilievo. La ben nota figura della mitologia greca e' realizzata secondo i canoni dell'arte arcaica, a stampo, con un arco di capelli ondulati che incorniciano in alto il volto contratto in atteggiamento ghignante che riempie le gote. Presenta, come di consueto, la bocca semiaperta con la lingua di fuori spinta verso il basso. La presenza di tale figura terrifica aveva un carattere apotropaico, cioè di difesa dal malocchio e dalle forze negative, e veniva posta generalmente sui frontoni dei templi e sul colmo dei tetti a protezione simbolica degli edifici. L'antefissa risale alla prima metà del VI secolo a.C. e rappresenta uno degli oggetti più antichi ritrovati finora nelle acque siciliane. L'antefissa ed i reperti recuperati sono con molta probabilità oggetti provenienti da carichi di navi dispersi che le mareggiate provocate dai forti venti di Ponente spingono verso la spiaggia di Bulala. E' per questo che, grazie ad un'ordinanza della Capitaneria di Porto, la zona e' parzialmente interdetta all'immersione per proteggere i reperti che certamente ancora i fondali gelosamente custodiscono. I reperti sono stati depositati presso il Museo Archeologico regionale di Gela dove sono stati già sottoposti ad un primo trattamento conservativo di desalinizzazione. Domani, alle 9.30, nei locali del Museo, nel corso di una conferenza stampa saranno presentate le scoperte effettuate nei fondali di contrada Bulala. All'incontro con i giornalisti parteciperà anche il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
sabato 10 novembre 2012
Caltanissetta, recuperati in mare reperti del V secolo a.C.
Oltre alle coppe e ai frammenti di anfore e' stata recuperata anche un'antefissa in terracotta, elemento della copertura dei tetti posto sulla testata delle travi o dei coppi di gronda. La parte antistante dell'antefissa presenta l'immagine della Gorgone realizzata in bassorilievo. La ben nota figura della mitologia greca e' realizzata secondo i canoni dell'arte arcaica, a stampo, con un arco di capelli ondulati che incorniciano in alto il volto contratto in atteggiamento ghignante che riempie le gote. Presenta, come di consueto, la bocca semiaperta con la lingua di fuori spinta verso il basso. La presenza di tale figura terrifica aveva un carattere apotropaico, cioè di difesa dal malocchio e dalle forze negative, e veniva posta generalmente sui frontoni dei templi e sul colmo dei tetti a protezione simbolica degli edifici. L'antefissa risale alla prima metà del VI secolo a.C. e rappresenta uno degli oggetti più antichi ritrovati finora nelle acque siciliane. L'antefissa ed i reperti recuperati sono con molta probabilità oggetti provenienti da carichi di navi dispersi che le mareggiate provocate dai forti venti di Ponente spingono verso la spiaggia di Bulala. E' per questo che, grazie ad un'ordinanza della Capitaneria di Porto, la zona e' parzialmente interdetta all'immersione per proteggere i reperti che certamente ancora i fondali gelosamente custodiscono. I reperti sono stati depositati presso il Museo Archeologico regionale di Gela dove sono stati già sottoposti ad un primo trattamento conservativo di desalinizzazione. Domani, alle 9.30, nei locali del Museo, nel corso di una conferenza stampa saranno presentate le scoperte effettuate nei fondali di contrada Bulala. All'incontro con i giornalisti parteciperà anche il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
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