giovedì 14 marzo 2013

Ritrovata la Ragazzona, la nave più grande dell'Invencible Armada di Filippo II


Di fronte al disastro dell'Invincibile Armata, la poderosa flotta spagnola inviata nel 1588 a contrastare la crescita della potenza britannica, si dice che il re Filippo II reagì esclamando "Ho inviato le mie navi a lottare contro uomini, non contro tempeste. Ringrazio Dio per avermi lasciato risorse sufficienti a far fronte a questa perdita". Nel suo lungo periplo intorno alla Gran Bretagna e all'Irlanda, effettivamente, l'Armada era stata progressivamente ridotta ai minimi termini da una lunga serie di tempeste, incidenti ed eventi sfavorevoli, oltre che dall'azione logorante della flotta di Elisabetta, e le poche navi che rientrarono in Spagna portarono la testimonianza di una cocente battuta d'arresto alle mire del re cattolico. Un gruppo di ricercatori riporta oggi in luce un nuovo tassello di questa storia lontana cinque secoli: nelle acque di Ferrol, in Galizia, gli archeologi dell'impresa Argos, con il supporto dell'Armada di oggi, la Marina Militare spagnola, hanno individuato i resti di quello che potrebbe essere il relitto della Ragazzona, la più grande delle navi a disposizione di Filippo II. Ammiraglia della squadra di Levante, la Ragazzona era una nave di fabbricazione veneziana, capitanata da Don Martin de Bertendona e affondata l'8 dicembre del 1588, a un passo dal porto di La Coruna, in cui doveva riparare. I reperti, rinvenuti a 12 metri di profondità su un area di 900 mq, nell'area in cui si ipotizzava fosse avvenuto il naufragio, sono per gran parte pezzi di artiglieria e blocchi di concrezioni metalliche, risultato della lunga permanenza in acqua di diversi oggetti. Mancano reperti ceramici e residui del legname dello scafo. L'impressione degli archeologi intervenuti è che sul luogo, non lontano dalla costa e sito a bassa profondità, si sia verificato in anni recenti un vero e proprio saccheggio che ha disperso gran parte del patrimonio, compromettendo, al tempo stesso, la possibilità di recuperare informazioni importanti da un relitto così significativo. Nonostante ciò, quel che resta ha un suo valore, e va protetto.

domenica 10 marzo 2013

Giganteschi leoni scoperti nel deserto egiziano da missione italiana

Il deserto egiziano ha restituito due monumentali statue di epoca greco-romana raffiguranti leoni. La scoperta è avvenuta durante la recente campagna organizzata dal Centro Studi Papirologici dell'Università di Lecce sotto la direzione di Mario Capasso (cattedra di papirologia) e Paola Davoli (cattedra di egittologia) nell'oasi del Fayyum nel sito di Dime es-Seba, a nord del lago Qarun. In epoca antica la località si chiamava Soknopaiou Nesos, ovvero 'isola del dio Soknopaios', probabilmente a causa della particolare conformazione dell'insediamento che si erge su un pianoro rialzato.
Fonte: Adnkronos

sabato 2 marzo 2013

Trovati relitti di navi romane nelle acque dell’antica Augusta turca


Durante l’ultima campagna di scavo nel sito di Elaiussa Sebaste (‘Augusta’ in greco), odierna Ayas, sulla costa della Cilicia (Turchia sudorientale), la missione archeologica dell’Università di Roma ”La Sapienza”, diretta da Eugenia Equini Schneider, ha svolto una serie di ricerche subacquee. Proprio nel mare di fronte al promontorio di Elaiussa sono stati localizzati dei manufatti in terracotta e altri materiali riferibili a due relitti navali. Lo riferisce un articolo pubblicato sul nuovo numero della rivista ”Archeologia Viva” (Giunti Editore). Il primo relitto è di una nave di eta’ imperiale romana (II secolo d.C.) in arrivo nel porto settentrionale di Elaiussa con un carico in prevalenza di anfore iberiche e marmi. L’altro, di età bizantina (VI-VII secolo d.C.), con materiali locali e di provenienza mista (dall’Egeo, dalla Palestina e dall’Africa), doveva appartenere a un’imbarcazione che seguiva rotte di cabotaggio, con scali in diversi porti del Mediterraneo. La città antica, estesa sul promontorio e su un’ampia fascia costiera, fu uno dei principali porti della regione, emerge dagli studi degli archeologici italiani, sviluppandosi sin dall'età augustea (fine I a.C.-I d.C.) e, soprattutto, dopo che nel 74 Vespasiano riorganizzò l’impero istituendo definitivamente la provincia di Cilicia.

venerdì 1 marzo 2013

Perù: scoperto un luogo di sepoltura risalente a 1400 anni fa


Nel sito di Tupac Amaru Huaca B, nei pressi di una cittadella sportiva di Lima (Perù), un team di archeologi con a capo l’archeologo Fernando Herrera, ha scoperto un luogo di sepoltura contenente undici tombe pre Inca, alcune risalenti ad oltre 1400 anni fa. Ogni scheletro è stato trovato in posizione orizzontale su un letto di canne intrecciate e coperto da uno o più panni. I corpi sono stati sepolti con ceramiche, tessuti, foglie di alberi da frutto e strumenti utilizzati per l’agricoltura e rappresentano 11 mummie pre-ispaniche; tre appartenenti alla cultura di Lima, sviluppatasi tra il 200 d.C. ed il 700 d.C. e i restanti otto provenienti dalla più recente cultura Yschma, tra il 1000 d.C. e il 1400 d.C. Si tratta di un altro tassello che si aggiunge alla storia e alla cultura del Perù che aiuta ad aprire una finestra ulteriore sulla storia del paese. Il ritrovamento è avvenuto tra Dicembre e Gennaio a pochi passi dallo stadio cittadino in cui si allena la nazionale di calcio, e si suppone che nell'area circostante ne siano sepolti degli altri. Il ritrovamento è stato divulgato nei giorni scorsi.