domenica 24 novembre 2013

Archeologia: riprendono i lavori del progetto "Atlantide 2013-2014"

Inizieranno martedì 26 novembre alle ore 9 nella sala convegni dell’Alberghiero i lavori del progetto di archeologia subacquea denominato “Atlantide 2013-2014 - Il porto frentano di Buca e le ancore romane dell’Aspro: archeologia, mito, storia e ambiente”, creato dalla professoressa Rosalia Laura Ruggiero, Presidente della Commissione “Atlantide” del Rotary Club di Termoli. Le lezioni teoriche e pratiche saranno svolte dai soci rotariani facenti parte della Commissione “Atlantide”, la professoressa Ruggiero, il Preside Antonio Mucciaccio (Vicepresidente della Commissione ), il docente Lino Bianconi, il dottor Emilio Prezioso; ad esse parteciperanno i membri dell’equipe “Atlantide” delle scorse edizioni del progetto, la dottoressa Lucia Checchia e il tecnico video-foto Maurizio Perrotta.

sabato 23 novembre 2013

Gli itineraria romani

Tabula Itineraria Peutingeriana. Fonte: BNF
In epoca romana vennero creati veri e propri “itinerari” sia in forma grafica che in forma testuale che  fungevano da “guide” con lo scopo di rendere note le caratteristiche del viaggio da intraprendere. Gi itinerari marittimi, in particolare, contenevano notizie utili alla navigazione con l’indicazione delle rotte e delle distanze oltre ad una descrizione delle coste e dei porti incontrati durante il tragitto. Con o senza carta nautica i marinai avevano bisogno di riconoscere un tratto di costa prima di avvicinarsi alla riva. Per i Romani il potere marittimo era innanzitutto una necessità. Tra gli itinerari a noi pervenuti si ricorda l’Itinerarium Antonini Augusti, un testo anonimo del III secolo. La parte marittima di tale Itinearium è nota come Itinerarium Maritimus e poi ancora la Tabula Peutingeriana[1], una copia del XII-XIII secolo di un’antica carta romana che mostrava le vie militari dell’Impero.
L.C. 



[1] Si tratta della più antica carta stradale del mondo pervenuta fino a noi. Fu disegnata intorno al IV secolo d.C. dai Romani i quali vi tracciarono i vasti confini dell'Impero anche per seguirne l'espansione militare. Nel Cinquecento fu riprodotta su un rotolo di pergamena che è attualmente conservato all’interno della Biblioteca Nazionale di Vienna. Cfr. F. PRONTERA, Tabula Peutingeriana. Le antiche vie del mondo, Firenze, Olsckhi, 2003; L. BOSIO, La tabula peutigeriana. Una descrizione del mondo antico, Maggioli Editore, Rimini 1983.

Carte nautiche e portolani

Carta Pisana. Fonte: BNF


Le prime carte nautiche[1], risalenti al XII secolo, furono utilizzate diffusamente fino al XVI secolo[2]. Realizzate su pergamena, di solito venivano accompagnate da una parte narrativa detta “portolano”[3] dove venivano riportate le notizie sugli approdi e sulle distanze. Sui portolani veniva segnalata altresì la presenza di secche o scogli e di tutto ciò che poteva rappresentare un ostacolo alla navigazione. Le coste marittime, raffigurate in maniera dettagliata sulle carte nautiche, mettevano in evidenza porti, approdi, baie, golfi e insenature[4]. Erano pensate per la navigazione a vista per cui non adatte alla navigazione astronomica.
La più antica carta nautica giunta sino ai giorni nostri è la Carta Pisana[5] . In essa il Mediterraneo risulta fitto di toponimi perpendicolari alla costa. In rosso venivano indicati i più importanti.
L.C.



[1]Per approfondimenti leggasi C. ASTENGO, La cartografia nautica mediterranea dei secoli XVI e XVII, Genova,  2000; UGGERI G. , Portolani romani e carte nautiche. Problemi e incognite. Porti, approdi e linee di rotta nel Mediterraneo antico (Studi di Filologia e Letteratura), 1998.
[2] L’antropologo Ingold definisce “esplorazione” i movimenti nello spazio marittimo senza l’uso di una carta nautica e “navigazione” gli spostamenti in mare utilizzando una carta nautica. Cfr. T. Ingold, To journey along a way of life: maps, wayfinding and navigation, in T. Ingold, The Perception of the Environment: Essay in Livelihood, Development and Skills, London, 2000, pp. 219-242.
[3] M. CASTELNUOVI, Il portolano: una fonte storica medievale trascurata. Rotte e porti del Mediterraneo dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente. Continuità e innovazioni tecnologiche e funzionali, ANSER, IV Seminario, Genova 18-19 giugno 2004.
[4] I porti e gli approdi rappresentavano i punti di partenza e di arrivo delle navi lungo percorsi di cabotaggio o traversate in alto mare.
[5] Anonima e non datata, la carta pisana fu così chiamata perché rinvenuta a Pisa ed attribuita a Raimondo Bacchisio.