Carta Pisana. Fonte: BNF |
Le prime carte nautiche[1], risalenti al XII secolo, furono utilizzate
diffusamente fino al XVI secolo[2]. Realizzate su pergamena, di solito venivano
accompagnate da una parte narrativa detta “portolano”[3] dove venivano riportate le notizie sugli
approdi e sulle distanze. Sui portolani veniva segnalata altresì la
presenza di secche o scogli e di tutto ciò che poteva rappresentare un ostacolo
alla navigazione. Le coste marittime, raffigurate in maniera dettagliata sulle
carte nautiche, mettevano in evidenza porti, approdi, baie, golfi e insenature[4]. Erano pensate per la navigazione a vista per
cui non adatte alla navigazione astronomica.
La più antica carta nautica giunta sino ai giorni nostri è la Carta
Pisana[5] . In essa il Mediterraneo risulta
fitto di toponimi perpendicolari alla costa. In rosso venivano indicati i più
importanti.
L.C.
[1]Per
approfondimenti leggasi C. ASTENGO, La
cartografia nautica mediterranea dei secoli XVI e XVII, Genova, 2000; UGGERI G. , Portolani romani e carte
nautiche. Problemi e incognite. Porti, approdi e linee di rotta nel
Mediterraneo antico (Studi di Filologia e Letteratura), 1998.
[2] L’antropologo
Ingold definisce “esplorazione” i movimenti nello spazio marittimo senza l’uso
di una carta nautica e “navigazione” gli spostamenti in mare utilizzando una
carta nautica. Cfr. T. Ingold, To
journey along a way of life: maps, wayfinding and navigation, in T. Ingold,
The Perception of the Environment: Essay in Livelihood, Development and Skills,
London, 2000, pp. 219-242.
[3] M. CASTELNUOVI, Il portolano: una fonte storica medievale
trascurata. Rotte e porti del Mediterraneo dopo la caduta dell’Impero romano
d’Occidente. Continuità e innovazioni tecnologiche e funzionali, ANSER, IV
Seminario, Genova 18-19 giugno 2004.
[4] I porti e gli approdi rappresentavano i punti
di partenza e di arrivo delle navi lungo percorsi di cabotaggio o traversate in
alto mare.
[5] Anonima e non
datata, la carta pisana fu così chiamata perché rinvenuta a Pisa ed attribuita
a Raimondo Bacchisio.
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