sabato 23 novembre 2013

Carte nautiche e portolani

Carta Pisana. Fonte: BNF


Le prime carte nautiche[1], risalenti al XII secolo, furono utilizzate diffusamente fino al XVI secolo[2]. Realizzate su pergamena, di solito venivano accompagnate da una parte narrativa detta “portolano”[3] dove venivano riportate le notizie sugli approdi e sulle distanze. Sui portolani veniva segnalata altresì la presenza di secche o scogli e di tutto ciò che poteva rappresentare un ostacolo alla navigazione. Le coste marittime, raffigurate in maniera dettagliata sulle carte nautiche, mettevano in evidenza porti, approdi, baie, golfi e insenature[4]. Erano pensate per la navigazione a vista per cui non adatte alla navigazione astronomica.
La più antica carta nautica giunta sino ai giorni nostri è la Carta Pisana[5] . In essa il Mediterraneo risulta fitto di toponimi perpendicolari alla costa. In rosso venivano indicati i più importanti.
L.C.



[1]Per approfondimenti leggasi C. ASTENGO, La cartografia nautica mediterranea dei secoli XVI e XVII, Genova,  2000; UGGERI G. , Portolani romani e carte nautiche. Problemi e incognite. Porti, approdi e linee di rotta nel Mediterraneo antico (Studi di Filologia e Letteratura), 1998.
[2] L’antropologo Ingold definisce “esplorazione” i movimenti nello spazio marittimo senza l’uso di una carta nautica e “navigazione” gli spostamenti in mare utilizzando una carta nautica. Cfr. T. Ingold, To journey along a way of life: maps, wayfinding and navigation, in T. Ingold, The Perception of the Environment: Essay in Livelihood, Development and Skills, London, 2000, pp. 219-242.
[3] M. CASTELNUOVI, Il portolano: una fonte storica medievale trascurata. Rotte e porti del Mediterraneo dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente. Continuità e innovazioni tecnologiche e funzionali, ANSER, IV Seminario, Genova 18-19 giugno 2004.
[4] I porti e gli approdi rappresentavano i punti di partenza e di arrivo delle navi lungo percorsi di cabotaggio o traversate in alto mare.
[5] Anonima e non datata, la carta pisana fu così chiamata perché rinvenuta a Pisa ed attribuita a Raimondo Bacchisio.

Nessun commento:

Posta un commento