venerdì 29 novembre 2013
domenica 24 novembre 2013
Archeologia: riprendono i lavori del progetto "Atlantide 2013-2014"
Inizieranno martedì 26 novembre alle ore 9 nella sala convegni dell’Alberghiero i lavori del progetto di archeologia subacquea denominato “Atlantide 2013-2014 - Il porto frentano di Buca e le ancore romane dell’Aspro: archeologia, mito, storia e ambiente”, creato dalla professoressa Rosalia Laura Ruggiero, Presidente della Commissione “Atlantide” del Rotary Club di Termoli. Le lezioni teoriche e pratiche saranno svolte dai soci rotariani facenti parte della Commissione “Atlantide”, la professoressa Ruggiero, il Preside Antonio Mucciaccio (Vicepresidente della Commissione ), il docente Lino Bianconi, il dottor Emilio Prezioso; ad esse parteciperanno i membri dell’equipe “Atlantide” delle scorse edizioni del progetto, la dottoressa Lucia Checchia e il tecnico video-foto Maurizio Perrotta.
sabato 23 novembre 2013
Gli itineraria romani
Tabula Itineraria Peutingeriana. Fonte:
BNF
|
In epoca romana vennero creati veri e propri
“itinerari” sia in forma grafica che in forma testuale che fungevano da “guide” con lo scopo di rendere
note le caratteristiche del viaggio da intraprendere. Gi itinerari marittimi,
in particolare, contenevano notizie utili alla navigazione con l’indicazione
delle rotte e delle distanze oltre ad una descrizione delle coste e dei porti
incontrati durante il tragitto. Con o senza carta nautica i marinai avevano bisogno di riconoscere un
tratto di costa prima di avvicinarsi alla riva. Per i Romani il potere
marittimo era innanzitutto una necessità. Tra gli itinerari a noi pervenuti si
ricorda l’Itinerarium Antonini Augusti, un testo anonimo del III secolo.
La parte marittima di tale Itinearium è nota come Itinerarium
Maritimus e poi ancora la Tabula Peutingeriana[1], una copia del XII-XIII secolo di un’antica
carta romana che mostrava le vie militari dell’Impero.
L.C.
[1] Si tratta della
più antica carta stradale del mondo pervenuta fino a noi. Fu disegnata intorno
al IV secolo d.C. dai Romani i quali vi tracciarono i vasti confini dell'Impero
anche per seguirne l'espansione militare. Nel Cinquecento fu riprodotta su un
rotolo di pergamena che è attualmente conservato all’interno della Biblioteca
Nazionale di Vienna. Cfr. F. PRONTERA, Tabula
Peutingeriana. Le antiche vie del mondo, Firenze, Olsckhi, 2003; L. BOSIO, La tabula peutigeriana. Una descrizione del
mondo antico, Maggioli Editore, Rimini 1983.
Carte nautiche e portolani
Carta Pisana. Fonte: BNF |
Le prime carte nautiche[1], risalenti al XII secolo, furono utilizzate
diffusamente fino al XVI secolo[2]. Realizzate su pergamena, di solito venivano
accompagnate da una parte narrativa detta “portolano”[3] dove venivano riportate le notizie sugli
approdi e sulle distanze. Sui portolani veniva segnalata altresì la
presenza di secche o scogli e di tutto ciò che poteva rappresentare un ostacolo
alla navigazione. Le coste marittime, raffigurate in maniera dettagliata sulle
carte nautiche, mettevano in evidenza porti, approdi, baie, golfi e insenature[4]. Erano pensate per la navigazione a vista per
cui non adatte alla navigazione astronomica.
La più antica carta nautica giunta sino ai giorni nostri è la Carta
Pisana[5] . In essa il Mediterraneo risulta
fitto di toponimi perpendicolari alla costa. In rosso venivano indicati i più
importanti.
L.C.
[1]Per
approfondimenti leggasi C. ASTENGO, La
cartografia nautica mediterranea dei secoli XVI e XVII, Genova, 2000; UGGERI G. , Portolani romani e carte
nautiche. Problemi e incognite. Porti, approdi e linee di rotta nel
Mediterraneo antico (Studi di Filologia e Letteratura), 1998.
[2] L’antropologo
Ingold definisce “esplorazione” i movimenti nello spazio marittimo senza l’uso
di una carta nautica e “navigazione” gli spostamenti in mare utilizzando una
carta nautica. Cfr. T. Ingold, To
journey along a way of life: maps, wayfinding and navigation, in T. Ingold,
The Perception of the Environment: Essay in Livelihood, Development and Skills,
London, 2000, pp. 219-242.
[3] M. CASTELNUOVI, Il portolano: una fonte storica medievale
trascurata. Rotte e porti del Mediterraneo dopo la caduta dell’Impero romano
d’Occidente. Continuità e innovazioni tecnologiche e funzionali, ANSER, IV
Seminario, Genova 18-19 giugno 2004.
[4] I porti e gli approdi rappresentavano i punti
di partenza e di arrivo delle navi lungo percorsi di cabotaggio o traversate in
alto mare.
[5] Anonima e non
datata, la carta pisana fu così chiamata perché rinvenuta a Pisa ed attribuita
a Raimondo Bacchisio.
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