mercoledì 5 settembre 2012

Archeologia: Siena, scoperti in un pozzo semi d'uva di epoca romana

La recente scoperta di semi d'uva di 2000 anni fa in un pozzo a Cetamura, nella proprieta' di Badia a Coltibuono (Gaiole in Chianti), potrebbe portare alla conoscenza di nuove scoperte che riguardano la viticultura e la storia del paesaggio nel cuore della Toscana. Lo sostengono la professoressa Nancy de Grummond, archeologa della Florida State University, direttrice degli scavi archeologici, e la famiglia Stucchi Prinetti, proprietari di Badia a Coltibuono.


Gli scavi, condotti sotto la supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, arrivando ai livelli di epoca romana del pozzo (30 metri di profondita'), hanno portato al recupero di decine di semi di uva, assieme a numerosi esempi di vita vegetale e animale databili intorno al I secolo d.C. L'acqua presente nel pozzo ha favorito l'eccellente conservazione di ogni sorta di materiale organico permettendo quindi ogni tipo di analisi, fatto non usuale in scavi e siti di superficie.


"In realta' dei semi di uva erano gia' stati scoperti a Cetamura - precisa Nancy de Grummond, riferendosi a esempi di semi bruciati trovati in sacre offerte etrusche - ma erano carbonizzati e non avevano permesso indagini circa le varieta' di uva. Grazie a tutti questi nuovi esemplari, ci sono reali possibilita' che gli scienziati possano identificare il Dna e raccontarci molto circa la viticultura e il consumo di uva nel periodo romano".


I campioni sono stati affidati al laboratorio del professore Gaetano Di Pasquale dell'Universita' Federico II di Napoli, dove Mauro Buonincontri, dottorando e membro del gruppo di lavoro di Ichnos, condurra' analisi appropriate.


I semi sono stati trovati in associazione ad artefatti romani di evidente datazione nella prima meta' del I secolo d.C. assieme a frammenti di stoviglie in ceramica e ad una abbondanza di ossa di animali che vanno da maiali,mucche, ovini, caprini, a polli (compresi speroni di gallo) e altri uccelli non ancora identificati, tutti i reperti ora sono sotto lo studio della ricercatrice Ornella Fonzo di Cagliari.


Sono stati rinvenuti anche resti di orzo, olive, noci e di legname. Particolarmente interessanti sono i frammenti di una brocca in ceramica che sembrano essere rivestiti di resina, il che suggerirebbe che i romani di Cetamura potessere bere una specie di 'retzina', fatto non inusuale nell'antichita' quando i contenitori utilizzati per spedire il vino spesso erano sigillati con tale materiale.



Fonte: http://www.adnkronos.com

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