lunedì 3 settembre 2012

L'Aquila: il tesoro archeologico di Amiternum, la grande città nascosta tutta da scoprire

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di Sara Ciambotti


L'AQUILA - Una città archeologica. È questo il tesoro che custodisce il sottosuolo dell'Aquila ma che purtroppo, un po' per mancanza di fondi, un po' per la difficoltà dei lavori, continua a rimanere nascosta e non si sa quando e chi potrà finalmente portarla alla luce.


Il professor Micheal Heinzelmann, docente e ricercatore dell'Università di Colonia (Germania), insieme alla sua squadra di studenti, è arrivato all'Aquila il 23 luglio e sta coordinando i lavori per far emergere il patrimonio storico celato sotto i nostri piedi.


Sita tra San Vittorino e Pizzoli, in provincia dell'Aquila, la città archeologica appartiene all'epoca romana e la datazione dei reperti abbraccia un arco temporale che va dal VI secolo a.C. al VI secolo d.C.


"La prospezione magnetica - afferma ad AbruzzoWeb il professor Heinzelmann - è il metodo che abbiamo utilizzato per sondare ciò che si nasconde sottoterra e abbiamo scoperto che si tratta di una vera e propria città. I saggi archeologici sono 26 e partono dal teatro di Amiternum fino a San Vittorino, dove c'è il castello".


"Stiamo lavorando qui dal 2006 - continua il docente - i lavori al teatro romano li sta realizzando la Soprintendenza per i Beni Archeologici d'Abruzzo, del resto se ne occupa l'Università di Colonia".


"Attraverso la prospezione magnetica riusciamo a capire la densità delle cose che si trovano sotto il terreno - spiega il responsabile e coordinatore dei saggi, Manuel Buess - più è denso il materiale, più lo spettro tenderà al nero, e quindi molto probabilmente si tratterà di un muro, più è leggero e tendente al bianco, più è probabile che sotto i nostri piedi non ci sia niente. In questo modo riusciamo a sapere dove e come scavare".


A studiare le ceramiche emerse dai numerosi scavi c'è Paola Vivacqua, archeologa arrivata di Cosenza. "Ancora non si sa quale sarà la destinazione delle scoperte - spiegfa - sappiamo che il valore di queste ceramiche è immenso, ci auguriamo tutti che potranno essere custoditi in un museo qui all'Aquila".


Fonte: http://www.abruzzoweb.it

1 commento:

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