lunedì 3 settembre 2012

Archeologia: Turchia, ritrovate tre tavolette ittite nel sito di Yozgat

Tre tavolette cuneiformi frammentarie ittite del XIII sec. a.C. sono il risultato più importante ottenuto quest’anno dalla missione archeologica svolta dall’Universita’ di Firenze in collaborazione con il Museo di Yozgat sul sito di Usaklı Hoyuk (Yozgat) in Turchia. Più di venti archeologi, studenti, specializzandi e dottorandi delle università di Firenze, Pisa e Siena, guidati da Stefania Mazzoni, docente di Archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente antico presso l’ateneo fiorentino, hanno applicato una nuova tecnica di raschiatura (scraping) sui pendii dell’acropoli e hanno portato alla luce resti delle strutture in crudo dei grandi palazzi evidenziati dall’indagine geomagnetica e un ricco corpo di materiali ittiti e frigi.


I ritrovamenti documentano la lunga vita della città, sorta lungo il fiume, in una fertile valle dominata dal massiccio profilo del monte – oggi Kerkenes Dag – l’ittita Daha, sede del dio della Tempesta. I frammenti portati alla luce si aggiungono al notevole rituale magico ittita rinvenuto nel 2009 dall’équipe fiorentina che da cinque anni compie ricerche archeologiche, geomagnetiche e geomorfologiche sul sito e nel suo circondario.


E’ un ulteriore tassello che prova che Usaklı era un’importante città ittita, proprio quella Zippalanda, uno dei tre maggiori centri di culto del dio della Tempesta da tempo cercato dagli studiosi sul suolo dell’Anatolia centrale, dove gli Ittiti crearono un potente regno tra XVII e XII secolo a.C. Sui pendii dell’acropoli sono stati portati alla luce resti delle strutture in crudo dei grandi palazzi evidenziati dall’indagine geomagnetica e un ricco corpo di materiali ittiti e frigi (più di 2000 pezzi diagnostici su 216 kg di ceramica raccolta); un’abbondante messe che documenta la lunga vita di questa città, sorta lungo il fiume, in una fertile valle dominata dal massiccio profilo del monte, oggi Kerkenes Dag, l’ittita Daha, sede del dio della Tempesta.


Fonte: www.lindipendenza.com


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