Come far rendere il nostro patrimonio…archeologico
Lunedì 29 e martedì 30 ottobre, nella splendida cornice di Palazzo Vecchio a Firenze, si svolgerà il 1° Congresso Nazionale di Archeologia Pubblica. Organizzato dall’Università di Firenze, Cattedra di Archeologia Medievale, e dal Comune di Firenze, il congresso rappresenta la prima occasione di incontro e discussione scientifica in Italia, sul rapporto tra archeologia e società. Nato dalla necessità di ottimizzare al meglio l’immenso patrimonio artistico-archeologico nazionale, come sicuro veicolo di sviluppo non solo economico, l’appuntamento intende offrire un solido punto di riferimento per Comuni, Regioni ed istituzioni pubbliche sulle potenzialità di questo settore. Il dibattito, che negli ultimi anni ha coinvolto svariati soggetti pubblici e privati sulla necessità di “mettere in produzione” l’immenso patrimonio culturale italiano, fino ad oggi non è infatti andato oltre le dichiarazioni programmatiche. In questo contesto, dove emergono evidenti limiti del nostro sistema sulle capacità di management e competenze progettuali nella gestione dei beni archeologici, si inserisce il primo Congresso Nazionale di Archeologia Pubblica.
L’obiettivo è quello di fornire strumenti culturali e manageriali per ripensare e reimpostare la gestione dei beni archeologici italiani, attraverso innovazioni di processo che consentano nel medio periodo di sostenere la ricerca archeologica e di incrementare i benefici economici, sociali e culturali per residenti e turisti. Circa cinquanta relatori, amministratori dello Stato, rappresentanti di Enti Locali, direttori di Musei, giornalisti e professionisti, prenderanno parte al congresso con un programma articolato in 6 sessioni tematiche dal modus operandi originale e dinamico. Sei tavole rotonde talk shows distribuite per argomento nei due giorni, della durata singola di circa 1h e 30m, alla conclusione delle quali si terrà un dibattito moderato da un personaggio pubblico legato all’archeologia. Tra i relatori saranno presenti anche Valerio Massimo Manfredi, archeologo, scrittore e presentatore televisivo, e il giornalista Gian Antonio Stella che solo un anno fa ha pubblicato un’illuminante inchiesta sul sistema dei BBCC dal titolo “Vandali. L’assalto alle bellezze d’Italia”. I lavori saranno inoltre aperti da Giovanni Maria Flick, già presidente della Corte Costituzionale, che dedicherà un keynote speech al rapporto tra Archeologia Pubblica e Costituzione. Curatori del Congresso saranno Chiara Bonacchi e Michele Nucciotti, archeologi ed esperti del settore.
L’obiettivo è quello di fornire strumenti culturali e manageriali per ripensare e reimpostare la gestione dei beni archeologici italiani, attraverso innovazioni di processo che consentano nel medio periodo di sostenere la ricerca archeologica e di incrementare i benefici economici, sociali e culturali per residenti e turisti. Circa cinquanta relatori, amministratori dello Stato, rappresentanti di Enti Locali, direttori di Musei, giornalisti e professionisti, prenderanno parte al congresso con un programma articolato in 6 sessioni tematiche dal modus operandi originale e dinamico. Sei tavole rotonde talk shows distribuite per argomento nei due giorni, della durata singola di circa 1h e 30m, alla conclusione delle quali si terrà un dibattito moderato da un personaggio pubblico legato all’archeologia. Tra i relatori saranno presenti anche Valerio Massimo Manfredi, archeologo, scrittore e presentatore televisivo, e il giornalista Gian Antonio Stella che solo un anno fa ha pubblicato un’illuminante inchiesta sul sistema dei BBCC dal titolo “Vandali. L’assalto alle bellezze d’Italia”. I lavori saranno inoltre aperti da Giovanni Maria Flick, già presidente della Corte Costituzionale, che dedicherà un keynote speech al rapporto tra Archeologia Pubblica e Costituzione. Curatori del Congresso saranno Chiara Bonacchi e Michele Nucciotti, archeologi ed esperti del settore.
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