Un team di subacquei alto-fondalisti ha effettuato il recupero di alcuni reperti archeologici giacenti in due siti sottomarini nello Stretto di Messina, in una batimetrica compresa tra i meno 95 e i meno 115 metri. La raccolta di campioni in situ è il secondo step della campagna di ricerca archeo-sub «Atlantis», che nell’estate del 2011 ha portato al ritrovamento di due relitti di epoca romana, il Messina 1 (meno 95 metri) e il Messina 2 (meno 115 metri), perfettamente integri, al largo di Capo Rasocolmo.
Il progetto, ideato da Oloturia Sub, Bimaris Edizioni e Aurora Trust in collaborazione con il Comune di Messinae la Soprintendenza del mare, consiste nella mappatura dei fondali dello Stretto: le indagini, eseguite attraverso strumentazione ad alta frequenza, verifiche Rov e survey diretti, si sono concentrate su un’area di 49 chilometri quadrati, dalla foce del torrente Annunziata fino alla fascia costiera prospiciente l’abitato di Villafranca, in una batimetrica compresa tra i 50 e i 150 metri.