giovedì 23 agosto 2012

Cuma, un tesoro riemerge dagli scavi: ecco il tempio perduto

di Nello Mazzone



POZZUOLI - Sulle pendici dell’acropoli di Cuma al termine della via sacra, sepolto sotto terra, c’è un imponente monumento databile attorno al VI secolo avanti Cristo destinato a far letteralmente riscrivere la storia del misterioso e affascinante sito archeologico flegreo celebrato da Virgilio : l’eccezionale scoperta è stata fatta nel corso dello scavo terminato due settimane fa da una equipe di studiosi di Lettere e Filosofia della Seconda Università degli Studi di Napoli, coordinati dal professore di archeologia classica Carlo Rescigno e dalle sue collaboratrici Rosaria Sirelto e Eliana Vollaro.

Partendo dai dati delle ricerche storiografiche condotte sul sito cumano sul finire degli anni Venti del secolo scorso e alla luce dei ritrovamenti compiuti nello scavo-scuola di un anno fa, il gruppo di ricercatori ha trovato «tracce evidenti e inconfutabili» della presenza di un monumento di 2.500 anni fa, coevo al vicino tempio cosiddetto di Giove. Per gli studiosi si tratta di una scoperta di grande valenza storico-scientifica, che avvalora la teoria secondo la quale sul punto più alto di Cuma, antica colonia greca dominata inizialmente dal tiranno Aristodemo, vi fosse un complesso di edifici di culto, lungo una sorta di via processionale: finora sono emerse solo due porzioni di templi, quello di Giove e quello di Apollo, ma ora c’è la traccia di un altro importante edificio.

E altri ancora che potrebbero essere nascosti nelle viscere del promontorio, sulla scorta degli ultimi ritrovamenti.

Per meglio definire l’area del nuovo scavo sono già cominciate le prospezioni geoelettriche e le indagini geognostiche, grazie anche all’ausilio di nuove strumentazioni. Lo scavo proseguirà il prossimo anno. Ma ora si pone problema del reperimento di nuovi fondi: quest’anno si è operato in economia e in pieno accordo con la soprintendenza speciale di Napoli e Pompei.

La soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro ha sostenuto in prima persona e fin dall’inizio lo studio dell’equipe del professore Rescigno, mentre il responsabile della sede di Cuma, Paolo Caputo, ha lavorato in stretta sinergia con il gruppo di giovani studiosi che hanno beneficiato di una borsa di studio. Uno studio sul campo che finora non ha gravato sul budget statale. Ma ora servono altri soldi per riportare alla luce il nuovo monumento e prevedere un percorso di visita e attività di messa in sicurezza anche per meglio vigilare il nuovo cantiere. Altrimenti tutto resterà sepolto per evitare i raid dei tombaroli.
Sotto quel lembo di terra ricordato nell’Eneide e tra quegli ulivi voluti agli inizi del Novecento dal grande archeologo Amedeo Maiuri si nasconde la storia bimillenaria di Cuma. Uno scrigno archeologico incommensurabile e dalla eccezionale portata storica, da difendere dai trafugamenti.

storia che va riscritta. Nel corso degli scavi sono state, infatti, rinvenute tracce importanti per ricostruire la genesi, affascinante e ancora poco conosciuta, del cosiddetto Tempio di Giove. Il tempio – secondo i nuovi studi - non è dedicato a Giove ma, ribaltando una teoria millenaria, è dedicato ad una triade venerata a Cuma, con un culto pagano maschile e femminile poi trasformato in età cristiana in culto a san Massimo e santa Giuliana: in pratica al tempio di Cuma si può affiancare la storia del Tempio-Duomo del Rione Terra a Pozzuoli, perchè entrambi sono inizialmente templi pagani di costruzione greca, poi trasformati in tempio romano e, infine, in basilica cristiana.

Un unicum storico affascinante che sarà oggetto di ulteriori approfondimenti. E nel corso della nuova campagna di scavi sono stati rinvenuti sotto il tempio, tra le tombe protocristiane, anche proiettili, colpi di mortaio, cucchiai e divise di militari del secondo conflitto mondiale: un percorso militare che è un altro capitolo di storia stratigrafica del sito da riportare alla luce e valorizzare. Ma ovviamente mancano i fondi.

Fonte: http://www.ilmattino.it

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