lunedì 10 dicembre 2012

Rivivono due antiche navi affondate dalle tempeste

Una di età imperiale romana trasportava anfore e marmi; l’altra bizantina del VI-VII secolo d. C.

L'attività subacquea della missione italiana (Un. La Sapienza)Furono vittime di antiche tempeste le due navi individuate sui fondali di fronte a Elaiussa, in Turchia, dagli archeologi dell’Università La Sapienza. Una, risalente all'età imperiale romana (II secolo dopo Cristo), trasportava anfore e marmi destinati forse ai palazzi della città allora in costruzione; l’altra, bizantina (VI-VII secolo d. C.), seguiva probabilmente rotte di cabotaggio: è quanto testimoniano i materiali locali e di provenienza mista (da Egeo, Palestina e Africa) che costituiscono oggi, sotto il livello del mare, un prezioso giacimento archeologico.
ELAIUSSA SEBASTE - Le prime indagini sul sito di Elaiussa Sebaste, antica città portuale situata di fronte all’isola di Cipro, risalgono al 1995, quando il direttore generale turco delle antichità affida a Eugenia Equini Schneider, oggi direttrice del team di ricerca della Sapienza, le indagini su un sito celebrato nel tempo da voci autorevoli. Di Elaiussa (l'odierna Ayaş) e della sua fiorente attività commerciale parlarono il geografo greco Strabone (I sec.) e gli storici romani Cassio Dione (II sec.) e Flavio Giuseppe (I secolo d. C.): quest’ultimo narra tra l’altro che la città, donata da Augusto ad Archelao di Cappadocia, venne visitata dal di lui genero, Erode il Grande. Sviluppata su un promontorio e su un’ampia fascia costiera, Elaiussa visse la propria epoca d’oro, a fasi alterne, tra l’età augustea e l’età bizantina. La posizione era strategica: punto di passaggio obbligato e di collegamento tra Siria, Palestina, Egitto e penisola anatolica, si trovava all’incrocio fra le più importanti vie marittime e terrestri. Divenne famosa anche per la produzione d’olio, in età romana, e per un vino dolce che tra IV e V secolo veniva trasportato in tutto il Mediterraneo. Poi, nei primi anni del VII secolo, in corrispondenza delle incursioni arabe della costa, venne abbandonata.

SCAVI - Gli scavi guidati da Eugenia Equini Schneider, che hanno già interessato il teatro, il foro romano, le terme, il tempio, la necropoli e un grande palazzo protobizantino destinato all’autorità civile, hanno restituito un’idea piuttosto precisa dell’antica Elaiussa. «Sul promontorio, collegato alla terraferma da un istmo, sorgeva la città vera e propria», spiega la studiosa. «Il quartiere pubblico invece stava sulla terraferma. Lì gli edifici di età romana vennero reimpiegati, in parte o per intero, in età bizantina: si ebbero così basiliche cristiane inserite nel foro e nel tempio. Poi c’erano due porti: uno a nord, più grande e più riparato, perché i venti prevalenti provengono da sud; e uno, più piccolo, a sud».

I RELITTI - Entrambi i relitti sono stati individuati nel porto settentrionale, in una vasta area situata tra i 28 e gli 85 metri di distanza dalla costa, a una profondità di 6-7 metri. Fasciami e manufatti (in terracotta, litici, lignei e metallici) sono stati in parte recuperati e in parte segnalati alla direzione generale turca delle antichità, per far mettere l’area sotto controllo. I marmi trasportati da una delle due imbarcazioni sono probabilmente riconducibili all’espansione urbanistica della metà del II secolo d. C. «In quell’epoca», racconta Equini Schneider, «si stava lavorando alla costruzione del quartiere pubblico. In zona non esistono cave, per cui è ipotizzabile che i marmi poi affondati servissero per l’attività edilizia della città, allora in grande sviluppo».

PROSEGUIMENTO - Per il 2013 le indagini archeologiche proseguiranno in due direzioni. «In mare bisognerà allontanarsi, e seguire la rotta verso Cipro», conclude l’archeologa, «che sicuramente era uno dei punti toccati dal commercio con Elaiussa. Sulla terraferma continueremo a scavare le aree in corso. Stiamo ora lavorando alla basilica episcopale della città, installata nelle terme. È recente il ritrovamento di una splendida iscrizione funeraria che parla di persone di Tarso. La città, situata a una cinquantina di chilometri da Elaiussa, diede i natali all’apostolo Paolo, e fu strategica per la diffusione del cristianesimo. Esistono collegamenti tra le due città che dobbiamo indagare».

Elisabetta Curzel

Fonte: CORRIERE.IT

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