lunedì 2 luglio 2012

Perù: ultime tribù “incontattate” a rischio per l’autostrada della foresta amazzonica

E’ guerra aperta in Perù fra gruppi pro e contro la costruzione di una autostrada nel bel mezzo della foresta amazzonica peruviana dove vivono alcune delle ultime tribù incontattate del pianeta. Lunga 200 chilometri, la strada attraverserebbe il parco nazionale Alto Purus, collegando un’area del tutto remota con il mondo esterno, aprendo una delle zone più importanti del pianeta dal punto di vista biologico e culturale dell’alta Amazzonia allo sfruttamento forestale e minerario e al traffico di droga. I gruppi contrari al progetto in particolare temono che minacci l’esistenza di tribù incontattate come i Mashco-Piro. Di loro si è sentito parlare per la prima volta all’inizio dell’anno quando è stata pubblicata una loro fotografia lungo un fiume. La maggior parte della popolazione indigena, scrive il britannico Guardian, resta contro la costruzione della strada che correrebbe lungo la frontiera brasiliana, collegando le città di Puerto Esperanza e Inapari. Gli ambientalisti hanno lanciato l’allarme sostenendo che provocherebbe danni irreparabili all’ambiente.
Ma la strada ha l’appoggio di molti “mestizos” (i residenti non indigeni, ndr) che costituiscono circa un quinto della popolazione della regione. Con Alto Purus attualmente accessibile solo via aereo, sostengono che la strada migliorerà la loro qualità di vita, facendo calare i prezzi del carburante e dei viveri e creando opportunità di sviluppo. L’elemento curioso di questa storia è che a guidare la campagna pro-strada è un missionario italiano, Michele Piovesan, che da anni continua a sostenere che gli indigeni, costretti come sono all’isolamento, sono tagliati fuori da qualsiasi sviluppo. La prima sua proposta per la strada risale al 2004, anno in cui il governo peruviano annunciava che Alto Purus sarebbe diventato il più grande parco nazionale del Paese. E se inizialmente aveva suscitato scarso entusiasmo, grazie alla sua radio e al sito della parrocchia Piovesan è riuscito a far approdare il suo piano in Parlamento dove sarà presto messo al voto. Piovesan non ha risparmiato i suoi strali contro i gruppi che fanno opposizione al progetto, in particolare la Ong Survival International e il Wwf. “Queste Ong guadagnano soldi perché si presentano come salvatori degli indios. Così se questi ultimi staranno stanno meglio, restano senza fonti di business,” ha commentato in un recente intervento alla radio. I suoi “nemici” hanno puntualmente replicato che l’obiettivo reale di Piovesan in questa faccenda è di avere un accesso diretto a nuove potenziali anime da convertire. Il missionario per perorare la sua causa è arrivato addirittura a negare l’esistenza delle tribù incontattate. Una iniziativa che ha fatto reagire la principale organizzazione indigena di Puerto Esperanza, Feconapu, che ha chiesto al Vaticano di trasferire il prete, accusandolo di insultare ed umiliare la popolazione indigenza. Per Rebecca Spooner, portavoce di Survival International in Perù, la strada devasterebbe intere popolazioni: “Queste tribù incontattate vivono da entrambi i lati della frontiera fra Perù e Brasile. Una strada che tagliasse la foresta calpesterebbe i loro diritti, imponendo loro il cosiddetto ‘sviluppo’”. Il Congresso ha l’opportunità di intervenire prima che sia troppo tardi”, ha dichiarato al Guardian, la portavoce.


Fonte: http://www.meteoweb.eu

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