Due terzi dei siti archeologici della Tuscia non censiti? Niente di piu' falso. Lo afferma all'Adnkronos Alfonsina Russo, soprintendente per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale, rispondendo all'allarme degli archeologi lanciato recentemente durante il convegno 'Beni che perdiamo' secondo cui, sulla base dei dati del Sistema informativo territoriale del Cnr, due terzi dei siti archeologici dell'alto Lazio non sarebbero censiti. "I dati forniti nel corso del convegno sono inesatti. Molti di questi dati, soprattutto quelli riferiti al depredamento delle tombe di Cerveteri, risalgono alla meta' degli anni '90. E lo conferma anche il Comando Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri con cui mi sono consultata".
"Come mai- si chiede Russo- la soprintendenza dell'Etruria Meridionale non e' stata invitata al convegno? La tutela del territorio dovrebbe essere condivisa. Credo che i dati forniti siano dannosi: il Cnr da una parte e la Soprintendenza dall'altro, dovrebbero essere coesi per un unico fine, la difesa del patrimonio".
Russo aggiunge comunque di essere ben disposta "a collaborare con tutti gli enti preposti alla ricerca e con le Universita' e gli Enti locali per portare avanti un discorso condiviso di tutela". Allargando la sua valutazione, il soprintendente spiega che "i siti vincolati sono quelli certi". In altre parole, per Russo, "le ricognizioni archeologiche coincidono con un'attivita' di ricerca di superficie". Tuttavia, molti siti individuati con ricognizioni di superficie, "non corrispondono a siti reali". Attualmente, sottolinea Russo, "la Soprintendenza sta scavando in molti siti dell'Etruria meridionale e si sta portando avanti un'attivita' di tutela anche vincolistica". In piu', conclude, "nei primi 6 mesi del 2012 la Soprintendenza ha portato avanti oltre 200 scavi legati all'archeologia preventiva nati dai lavori pubblici in corso".
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