sabato 23 giugno 2012

Breve storia del turismo balneare a Termoli



di Lucia CHECCHIA

L'estate è appena cominciata e, nonostante la crisi economica continui a bussare alle porte degli italiani, già si preannuncia il grande esodo verso le mete più ambite, le location più gettonate, località che vivono di turismo e che offrono ai viaggiatori quel benessere del corpo e dell'anima conosciuto sin dai tempi dell'antichità. Che si scelga il mare o la montagna, le terme salutari o le moderne SPA, è ormai una consuetudine  "staccare la spina" dalla routine della quotidianità e godere del meritato riposo, lontano dai problemi e dallo stress.


Sapevate che i bagni di mare fecero la loro comparsa In Italia solo alla fine del Settecento e che, per tutta la prima metà dell'Ottocento, vennero considerati una "terapia" da usare con cautela? I primi stabilimenti erano costruiti in legno e i bagnanti si calavano in acqua con l'ausilio di scalette che partivano da camerini posti su "piattaforme". Solo nei primi decenni del Novecento il bagno perse la sua funzione terapeutica divenendo un momento di svago.




Il primo stabilimento per i bagni di mare fece la sua comparsa a Termoli nel 1903. Lo "Stabilimento dei bagni di Antonio Bontempo & C", così si chiamava, sorgeva sulla Marina di Sant'Antonio. Ricalcava il modello "Adriatico" e appariva come un isolotto per terapie di chiara derivazione termale. I primi sporadici frequentatori della spiaggia, per la maggior parte piccoli borghesi, provenivano dai paesi interni del Molise e raggiungevano il mare con il treno nei giorni di festa. Si trattava di un turismo "povero" che sopravvisse in quelle forme fino ai primi anni '50, quando gradualmente cominciò a trasformarsi prima in un turismo più selezionato e poi, con lo sviluppo industriale della zona del Basso Biferno, in un turismo di massa.


Nel 1920 Bassantonio Sciarretta, un falegname e commerciante del tempo, costruì un elegante stabilimento balneare montato in acqua, dotato di cabine, un'ampia sala centrale adibita a bar ed intrattenimento. Si chiamava "Nettuno" ed era il ritrovo preferito dalle classi sociali benestanti della Regione. Con il tempo iniziò ad attrarre bagnanti anche da altre parti d'Italia e dall'estero. Lo stabilimento veniva montato e smontato ad ogni inizio e fine estate. La sua esistenza cessò con la seconda guerra mondiale, quando gli inglesi ne requisirono il legno per "esigenze militari".


Negli anni seguenti, con l'incremento del turismo balneare, sorse nel 1925 il Lido delle Sirene seguito, nel 1937, dal Lido Panfilo. Dotato di bar, ombrelloni, sedie sdraio e cabine spogliatoio, quest'ultimo fu il primo stabilimento in muratura. Nel 1938 cominciò anche la ristorazione. Durante la guerra venne requisito dagli inglesi che lo adibirono a circolo per gli ufficiali.


Allo scopo di tutelare la decenza e la moralità nelle pubbliche spiagge, il 20 giugno del 1928 il Podestà di Termoli emanò un'ordinanza con la quale autorizzava i bagni dalle ore 5 del mattino alle ore 20. Sempre con la stessa ordinanza egli riservava le spiagge di S. Antonio e Rio Vivo all'impianto di stabilimenti balneari e dei casotti precisando che le donne potevano bagnarsi sulla scogliera sottostante alle mura del Borgo Vecchio e gli uomini sulle spiagge purché si svestissero alla distanza di almeno 500 metri dagli ultimi casotti privati.


Si vietava inoltre di fare il bagno nella spiaggia di S. Pietro, nella zona dei lavori portuali permettendo alle donne di bagnarsi nel tratto prospiciente il terreno D'Andrea e sino al trabucco Marinucci e agli uomini nel tratto susseguente, sino al limite del Rio Vivo. Le donne, nel bagnarsi, dovevano indossare il costume da bagno o una lunga camicia, gli uomini le mutandine con il costume da bagno. Era vietato passeggiare o soffermarsi sulla spiaggia in mutande da bagno o in camicia o comunque senza essere decentemente coperti. Gli uomini non potevano soffermarsi in prossimità dei bagni delle donne o recarsi a nuoto o in barca nelle loro vicinanze. I trasgressori erano tenuti al pagamento di una contravvenzione e deferiti all'autorità giudiziaria.


La posizione strategica della stazione ferroviaria e la successiva costruzione dell'attuale Via Mario Milano furono determinanti per lo sviluppo turistico della città di Termoli. L'importante arteria cittadina collegava infatti la stazione con il mare. Su quella direttrice nacque l'attuale Hotel Corona, seguito, nel 1951, dall'Hotel Rosary (demolito nel corso di quest'anno) che cominciò la sua attività con sole dodici camere e due bagni.


Oggi la costa termolese pullula di stabilimenti balneari sia lungo la marina di Sant'Antonio che sul lungomare di Rio Vivo ma risulta ancora difficile parlare di cultura turistica ovvero di quella progettualità che delinea strategie e politiche di sviluppo per l'intero territorio.




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