sabato 24 marzo 2012

Archeologia: ritrovamenti di epoca romana a Castellarquato





Ritrovamenti di epoca romana



PIACENZA - Poco dopo il centro abitato dei Pallastrelli, nel corso dei lavori per la realizzazione della nuova Casa protetta di Castellarquato, sono venuti in luce questa settimana alcuni ustrina di epoca romana. “L’ustrinum" era il luogo in cui i romani incineravano il corpo del defunto, i cui resti combusti potevano essere raccolti e sepolti in una tomba separata dal luogo della cremazione. L’ustrinum stesso, nel caso di cremazione diretta costituiva la tomba. Gli ustrina emersi sono fosse riempite di ceneri e ossa combuste. Tra questi si distingue una sepoltura ad incinerazione diretta scavata nel terreno, in cui è stato deposto il defunto, cremato nella fossa tombale, ove sono stati lasciati i resti combusti, poi ricoperti con laterizi. Questa struttura è di particolare interesse perché dà evidenza ad alcune modalità della pratica della cremazione diretta e del rituale funerario ad essa connesso in epoca romana. Il ritrovamento degli ustrina è rilevante dal punto di vista scientifico per le informazioni che la piccola necropoli aggiunge sul popolamento antico in età romana nel territorio dell’attuale Comune di Castell’Arquato, che era compreso nell’Ager Veleias. Sono pochissimi e modesti invece i manufatti rinvenuti, tra i quali si segnala una lucerna fittile a canale, del tipo Firmalampen, modello di produzione seriale con la firma del produttore, che si diffonde a partire dalla fine del I sec. a.C., soprattutto nell’Italia Settentrionale, fino alla fine del IV sec. d.C. Di questo tipo di lucerne era grande produttrice ed esportatrice una fornace presente nel territorio modenese, operante dalla metà del I sec. d.C., col marchio Fortis.
La pulizia ed il restauro della lucerna rinvenuta in un ustrinum consentirà in seguito di sapere, in base al marchio, da quale impianto produttivo essa proviene.
Sono stati raccolti accuratamente tutti i resti di ossa combuste presenti, sui quali si intendono far eseguire indagini antropologiche che potranno fornire informazioni anche sull’alimentazione di questi antichi abitanti di Castell’Arquato in epoca romana. Si sottolinea che questo rinvenimento è il positivo esito di un intervento di archeologia preventiva condotto dalla Soprintendenza archeologica, secondo quanto previsto dalle norme vigenti di tutela, con la fattiva collaborazione della committenza dell’opera.
Sull’area destinata alla realizzazione della casa protetta infatti sono stati fatti eseguire preventivamente sondaggi archeologici preliminari sotto la direzione scientifica di funzionari della Soprintendenza, eseguiti dalla ditta di ricerca archeologica Abacus di Parma, che avevano evidenziato la presenza di suoli antichi e di frammenti di manufatti di età romana. A seguito di quest’esito era stato prescritto che tutti i lavori di scavo fossero seguiti con il controllo di archeologi, sotto la direzione della Soprintendenza. Dal 20 marzo la ditta di ricerca archeologica Malena di Piacenza, incaricata dalla committenza di controllare i lavori, conduce lo scavo archeologico delle strutture antiche emerse.










Nessun commento:

Posta un commento