venerdì 20 aprile 2012

Archeologia: ritrovati i gemelli di Antonio e Cleopatra

Fonte: ANSAmed

Per tanti secoli non hanno avuto un volto. Ed ora eccoli, Alessando Helios e Cleopatra Selene, i due figli gemelli che la regina Cleopatra ebbe dal suo Antonio.


A ''ritrovarli'', identificandoli in un gruppo scultoreo conservato al Museo del Cairo, è stata un'egittologa italiana, Giuseppina Capriotti, dell'Istituto di studi sulle civiltà italiche e del Mediterraneo antico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Iscima-Cnr).


Dall'amore tra la regina egiziana e il triumviro della Repubblica romana - siamo nel 41 a.C - nacquero tre bambini, prima i due gemellini, poi un altro maschio, Tolomeo Filadelfo. Fino ad oggi, però, ''la sola immagine nota, rappresentata sul verso di una moneta e in una scultura, era quella di Selene, andata in sposa al re Giuba II. Ai maschi andò peggio. Dopo il suicidio dei genitori, racconta la studiosa, Alessandro Helios e il fratellino Tolomeo ''ebbero presumibilmente un triste destino, condividendo la sorte di Cesarione, l'altro figlio che Cleopatra aveva avuto da Giulio Cesare''. Dopo la conquista dell'Egitto, ''Ottaviano Augusto li fece sfilare durante il trionfo per poi affidarli alla sorella Ottavia minore con apparente magnanimità'', racconta la studiosa. Dopo di che se ne perdono le tracce, cancellati dalla storia e dall'iconografia. Facile pensare che siano stati eliminati, come la famiglia Giulio Claudia aveva l'abitudine di fare nei confronti dei dinasti potenzialmente pericolosi.


La scultura che secondo la ricercatrice italiana rappresenta i gemelli proviene da un tempio dedicato ad Hathor, nella città di Dendera in Alto Egitto. Alta circa un metro, mostra un bambino e una bambina che si abbracciano, affiancati da due serpenti. ''Il capo dei bambini è sormontato da due dischi con inciso l'occhio-udjat, identificabili con sole e luna'', illustra la studiosa, ''Il maschio ha dei riccioli corti e una treccia laterale, tipica dei bambini egiziani, la femmina porta un'acconciatura a grandi ciocche raccolte, molto simile a quella di alcune regine tolemaiche, in particolare di Cleopatra''.


L'opera, che la studiosa definisce e' ''esemplare nel mostrare l'innovativo dialogo tra cultura egizia ed ellenistica, e' stilisticamente affine a un'altra statua trovata a Dendera rappresentante Pakhom, personaggio di alto rango, datata tra il 50 e il 30 a. C''. E il legame tra la scultura e la dinastia macedone dei Tolemei che governarono l'Egitto dopo la morte di Alessandro Magno (323 a.C.), in particolare con Cleopatra che ne fu l'ultima rappresentante, ''e' evidente'', tanto piu' che la regina ''ebbe un ruolo importante nella decorazione del tempio di Dendera, dove compare in un rilievo monumentale, in abiti faraonici, insieme col figlio Cesarione''.


A convincerla che la scultura ritrae i gemelli di Cleopatra e Marco Antonio, spiega, e' anche il riferimento al mito egizio di Shu e Tefnet, figli del dio Atum e conosciuti come i suoi 'occhi', cioe' il sole e la luna. ''L'abbraccio dei due bambini potrebbe quindi alludere alle notti di plenilunio, quando secondo il mito i due corpi celesti si univano, ma anche all'eclisse di sole che sarebbe avvenuta durante il riconoscimento dei gemelli di Cleopatra da parte di Marco Antonio'', continua Capriotti, ''Fu per questo che i bambini presero i nomi aggiuntivi di Helios e Selene, a indicarne il legame celeste e mitizzarne la nascita gemellare''.

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