giovedì 26 aprile 2012

La nave di Garibaldi finirà in un museo, isolani in rivolta: "Giù le mani dal relitto sommerso"

C’è già l’autorizzazione per spostare il relitto della nave sommersa che trasportò i Mille dai fondali delle Tremiti in un museo. Associazioni, operatori turistici e cittadini tremitesi stanno organizzando una protesta per fermare il prelievo del "Lombardo", che nel 1860 portò i garibaldini, e che venne ritrovata sui fondali di "Cala degli Inglesi" nel 2005. In una lettera indirizzata a Monti, annunciano: «Siamo pronti a tutelare il nostro territorio da questo saccheggio».


Fonte: PrimoNumero.it


Giù le mani dalla nave di Garibaldi. Isole Tremiti in subbuglio per l’ipotesi, parecchio concreta, che il relitto del “Lombardo” venga riportato a galla e trasferito lontano dalle Diomedee. Non è ancora noto il nome della società che intende prelevare quel che resta dell’imbarcazione che portò i “Mille”. Quel che è certo è che i cittadini tremitesi, appresa la notizia, hanno drizzato le antenne organizzando una protesta. «Non faremo tuffare nessuno in quel tratto di mare» annunciano in una lettera indirizzata a Monti.


E’ notizia di queste ore infatti l’autorizzazione concessa dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero per l’Ambiente al prelievo del relitto del “Lombardo” storica imbarcazione protagonista del viaggio da Quarto a Marsala delle Camicie rosse garibaldine nel 1860. Il piroscafo fu individuato nel 2005 in località “Cala degli Inglesi”, a poche miglia dalle coste delle Diomedee.


Ora qualcuno intende portarlo via e rinchiuderlo in un museo a Caprera, luogo dove proprio l’Eroe dei due mondi trovò la morte. L’associazione tremitese “Punto e a capo” si dice perciò pronta a una nuova battaglia. «Nei decenni abbiamo dovuto difendere da azioni simili per la statua lignea della “Maria Assunta a mare” di fattura bizantina, come pure il Crocifisso, le anfore di epoca romana e molto altro che a causa dell’inesistente controllo è stato illegalmente prelevato dal nostro mare – scrive la presidente e candidata a sindaco Annalisa Lisci in una nota spedita al premier Mario Monti - E’ pur vero che noi isolani non avevamo individuato l’origine di tale relitto, ma la lingua di costa che si protende nella direzione del sito in cui si trova il “Lombardo” si chiama “Punta del Vapore”, il che la dice tutta sul fatto che i nostri pescatori in tempi in cui non si praticava lo sport subacqueo, con la loro grande esperienza nella conoscenza dei fondali avevano già rilevato la presenza del relitto».


Pronta quindi una manifestazione  se la nave preposta al recupero si farà vedere fra San Nicola e San Domino.


«Siamo pronti a manifestare, i cittadini e gli operatori turistici si opporranno. Ci piazzeremo in mare con barche e gommoni e faremo in modo che nessuno si tuffi in quel punto». La motivazione di tanta ostinazione non sta tanto in eventuali rischi ambientali, quanto nel desiderio di non depauperare il territorio di questo splendido arcipelago. «Non ci è chiara la motivazione per la quale si debba snaturare e depredare ciò che, nostro malgrado, abbiamo tutelato negli anni. La Sovrintendenza non tutela i nostri tesori, ma ne fa dono a chi li richiede per portarli altrove. Le nostre isole vengono definite “Museo a cielo aperto” eppure malgrado saltuarie elargizione di denari non si effettua un reale controllo dei siti e dei reperti.Memori di quanto avvenuto con “I bronzi di Riace”, siamo determinati a trattenere ciò che appartiene alla nostra storia e al nostro territorio. E’ nostra intenzione ostacolare con tutti i mezzi questo ulteriore saccheggio del nostro territorio».

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