venerdì 20 aprile 2012

Le telecamere di RaiTre sulle tracce dei Sanniti

Fonte: NuovoMolise

L’area archeologica sannita che costituisce uno dei maggiori vanti dell’Altomolise, presto approderà su RaiTre. Il riferimento è al noto ‘Tempio Italico’ di Pietrabbondante, il più importante monumento del mondo sannitico, il maestoso complesso costruito dagli antichi Sanniti sul pendio di Monte Saraceno. Un complesso i cui lavori iniziarono alla fine del II secolo a.C. e terminarono nel 95 a.C., tenendo impegnato per così lungo tempo uno dei popoli più famosi e conosciuti della storia antica d’Italia. Un sito archeologico di grande interresse anche nazionale, che da anni viene studiato con attenzione dal prof. Adriano La Regina, vincitore del Primo Premio Internazionale di Archeologia intitolato ai Sanniti. Un sito che, grazie agli scavi costanti, porta sempre alla luce nuovi tesori. L’area, perciò, è divenuta oggetto di attenzione da parte di Marco Maggioni, autore e regista del programma di RaiTre Geo&Geo, il quale, affascinato dalla ricchezza archeologica e storica di cui è portatrice ogni singola pietra del monumentale complesso, ha registrato un servizio di 12 minuti, che andrà in onda fra circa due mesi per il noto programma televisivo. Lo stesso regista che aveva già girato in Altomolise “Il canto del fuoco” e “La culla del tartufo bianco”. Grazie alla preziosa collaborazione di Nicola Mastronardi, giornalista agnonese esperto di antichità molisane, gli italiani avranno la possibilità di conoscere e ammirare uno dei più bei monumenti che il tempo ha custodito, frutto dell’ingegno dei nostri antichi predecessori, e che rappresenta uno dei siti più importanti della storia della nostra nazione. Nel servizio di Maggioni sarà protagonista anche il famosissimo gruppo “Il Tratturo” di Mauro Gioielli, eccellenza musicale del panorama folk molisano, che si è esibito per le telecamere di Geo&Geo nello splendido scenario del Tempio Italico. Inoltre, ci sarà spazio per l’Alto Sannio, con i suoi particolari prodotti lattiero-caseario e con i suoi caratteristici gioielli lavorati a mano. Ma nella gastronomia la farà da padrona Capracotta, con la riscoperta delle antichissime coltivazioni, ormai estinte, della lenticchia e del fagiolo capracottesi, della cicerchia e della roveja, un legume ormai introvabile, una sorta di pisello selvatico estinto. Coltivazioni riportate in vita dai fratelli Loreto ed Antonio Beniamino. Adele Moauro

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