lunedì 9 aprile 2012

La stele di Rosetta

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Fonte: Youtube

Se oggi siamo in grado di leggere i geroglifici è grazie ad una stele di granito nera, scoperta nel 1799 dal potente esercito francese sbarcato in Egitto al comando di Napoleone Bonaparte. Al seguito dell'imperatore viaggiavano scienziati con l'incarico di scoprire e studiare i resti delle antiche civiltà egiziane. Fra gli oggetti raccolti durante la spedizione napoleonica c'era questo blocco di granito su cui era incisa una dedica al faraone Tolomeo V Epifore in tre differenti caratteri: geroglifica (la prima scrittura usata in Egitto), demotica e in lingua greca (parlata dalla dinastia regnante) e che ebbe grande importanza per interpretare la scrittura egiziana.
Poiché la pietra fu ritrovata presso la città di Rosetta, sul Nilo, venne chiamata Stele di Rosetta. Le due grandi personalità che si impegnarono nel lavoro di decifrazione della stele furono il fisico inglese Thomas Young e il linguista francese Jean-Francois Champollion. Nel 1819 Young era più avanti rispetto al suo rivale francese, aveva infatti già decifrato il testo demolitico, identificando i simboli per Cleopatra e Tolomeo. Qualche anno dopo, nel 1822, tramite accurati confronti con altri testi, Champolion (vero genio linguistico che cominciò lo studio delle lingue orientali ad undici anni, conoscendo già quelle europee diventando professore a diciannove), fu in grado di decifrare i geroglifici basandosi su un'altra lingua utilizzata nel tardo egizio, il copto, e capì di essere di fronte a più tipi di geroglifici con diverse funzioni: scoprì la base del sistema di scrittura geroglifica.La Stele di Rosetta, di cui una copia fedele si trova murata nella grande sala del pianterreno del Museo Egizio del Cairo, è tuttora in possesso del British Museum di Londra, a dispetto delle reiterate richieste di restituzione da parte delle autorità egiziane di competenza.

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